Sul taglio aliquote Irpef il governo Meloni punta a confermare gli impegni che sono stati assunti con gli elettori. Cosa accade ai redditi sopra i 28mila euro?
Cancellare il secondo scaglione è una misura che ha comportato un costo pari a 4 miliardi di euro e per tagliare il cuneo fiscale serviranno altri dieci miliardi di euro. In totale saranno necessari 14 miliardi di euro. Cosa accade ai redditi sopra i 28mila euro? Facciamo chiarezza e scopriamo quali saranno le novità in ambito fiscale.
Taglio aliquote IRPEF: cosa accade ai redditi sopra i 28mila euro?
Il governo punta a varare una riforma delle detrazioni fiscali e mira a finanziarla con la riduzione di deduzioni e di detrazioni fiscali. Per il corrente anno fiscale i contribuenti italiani che pagheranno meno tasse sono quelli con redditi superiori ai 15mila euro annui. I lavoratori che hanno redditi di importo compreso tra i 15mila ed i 28mila euro all’anno potranno beneficiare dell’aliquota Irpef pari al 23 percento e non più al 25%, come accaduto fino alla fine dello scorso anno.
Ciò comporterà un risparmio d’imposta di 260 euro per chi guadagna oltre i 28mila euro. I redditi che eccedono i 50mila euro rischiano di non ottenere alcun beneficio fiscale. Sulle detrazioni fiscali è stata introdotta una franchigia di 260 euro, che ha la finalità di annullare il vantaggio fiscale.
Taglio aliquote IRPEF: l’Esecutivo punta ad aiutare il ceto medio
L’Esecutivo guidato da Giorgia Meloni punta a sostenere economicamente il ceto medio, per questo il taglio aliquote IRPEF riguarderà soprattutto i contribuenti che hanno un reddito medio-elevato. Attualmente gli scaglioni sono i seguenti: fino a 28mila euro trova applicazione l’aliquota del 23 percento, i redditi dai 28mila ai 50mila euro beneficiano di un’aliquota fiscale pari a 35 punti percentuali e sopra i 50mila euro l’aliquota applicata è pari a 43 punti percentuali.
Per ridurre il carico fiscale è possibile implementare le seguenti misure o mixarle: ampliamento di uno scaglione reddituale e tagliare le aliquote Irpef. Se l’esecutivo abbassasse l’aliquota Irpef del 35 percento, la platea di contribuenti coinvolta dalla riforma fiscale sarebbe di 10 milioni. Nel caso in cui l’esecutivo decidesse di abbassare l’aliquota di 43 punti percentuali, ne trarrebbero beneficio i redditi di importo superiore ai 50mila euro.
Taglio aliquote IRPEF: gli interventi possibili sul secondo e terzo scaglione
Il prossimo taglio delle aliquote IRPEF che sarà approntato dall’Esecutivo riguarderà lo scaglione di importo compreso tra i 28mila ed i 50mila euro. Il primo scaglione potrebbe essere ampliato fino al limite attuale di 28mila euro. Man mano che il reddito aumenta, la platea di contribuenti si riduce in modo veloce. Nel caso in cui l’esecutivo si concentrasse sulla fascia tra i 28mila ed i 36mila euro, il beneficio massimo sarebbe pari a 960 euro annui.
I contribuenti che guadagnano 36mila euro, a partire dal prossimo anno si vedrebbero tassati gli ultimi 8mila euro al 23 percento e non più al 35 percento. Si può ipotizzare che l’esecutivo punti ad allargare il primo scaglione fino a 30mila euro. Sugli ultimi duemila euro si pagherebbe fino a dodici punti percentuali in meno. Inoltre, l’esecutivo potrebbe abbassare l’aliquota dal 35 percento al 34 percento sul secondo scaglione ed il terzo scaglione potrebbe abbassare l’aliquota dal 43 al 42 percento.
Cosa deciderà il governo sul taglio delle aliquote Irpef?
L’Esecutivo metterà in atto il taglio delle aliquote Irpef, trovando un giusto equilibrio tra benefici tangibili e risorse scarse e numero di contribuenti. La riforma delle detrazioni fiscali renderà il taglio delle aliquote Irpef meno avvertibile in busta paga. Le aliquote saranno più basse e si dovrà rinunciare a qualche scontistica. Il governo punta alla razionalizzazione ed allo snellimento del sistema fiscale.