Tassazione trading online: quali sono i dati da utilizzare per procedere alla compilazione della dichiarazione dei redditi

Per gli investitori che fanno trading online ricorrendo all’utilizzo di piattaforme gestite dai broker, la dichiarazione dei redditi è a carico del contribuente. La tassazione del trading è un aspetto piuttosto importante per gli investitori che operano sui mercati finanziari attraverso i siti e portali digitali. La maggior parte delle piattaforme e dei portali non sono residenti in Italia e ciò ha spinto l’Agenzia delle Entrate e la Consob a definire determinate regole affinchè il trader/contribuente possa dichiarare i proventi maturati. 

Tassazione trading online: quali sono i dati da utilizzare per compilare la dichiarazione dei redditi?

Nel corso degli ultimi anni abbiamo assistito alla crescente importanza del trading online e ciò ha portato alla diffusione dei portali gestiti da broker non residenti. Ciò ha spinto l’Agenzia delle Entrate e Consob a definire determinate regole per presentare correttamente la dichiarazione dei redditi.  Per rispettare la normativa fiscale attualmente in vigore è fondamentale saper gestire la tassazione dei proventi maturati.

Consob ha confermato l’utilizzo legittimo della rete Internet per offrire servizi di natura finanziaria. Il Fisco italiano ha emanato un’interessante Risoluzione (cfr. Risoluzione n. 71/E/2016) dove fornisce utili indicazioni sugli aspetti tributari del trading online.

Per dichiarare in modo corretto i redditi da trading online in regime dichiarativo devono essere raccolti tutti i dati riguardanti le operazioni finanziarie eseguite, devono essere versate le imposte dovute e devono essere compilati in modo corretto i form fiscali previsti. Nella dichiarazione dei redditi il contribuente deve specificare determinate informazioni, tra cui:

  • le plusvalenze, ovvero i guadagni ottenuti dalla vendita di un asset ad un prezzo maggiore rispetto a quello di acquisto, venendo a generare un profitto,
  • le minusvalenze, che si verificano quando il prezzo di vendita di un asset è inferiore rispetto al prezzo di acquisto, venendo a generare una perdita,
  • valore iniziale e finale degli strumenti finanziari detenuti all’estero.

Il Fisco richiede una dettagliata dichiarazione in merito ai rapporti che intercorrono con i broker stranieri: è necessario utilizzare i documenti forniti dai broker che hanno la sede legale ubicata all’estero. Ciò è obbligatorio per rispettare gli adempimenti fiscali ed il controllo degli asset finanziari detenuti fuori dai confini nazionali.

Trading online: ecco gli step della dichiarazione reddituale

Il trader/contribuente che si appresta a presentare la dichiarazione dei redditi deve seguire determinati steps. Il primo step riguarda la raccolta di dati: i broker esteri sono tenuti a rilasciare la certificazione delle compravendite dei titoli dal momento che l’obbligo dichiarativo ricade proprio sugli investitori stessi. Non esiste una standardizzazione dei dati, ma si deve procedere alla rielaborazione.

Una volta raccolta tutta la documentazione necessaria per presentare la dichiarazione dei redditi, si deve provvedere alla compilazione della stessa. I proventi maturati dall’attività di trading online rientrano nei redditi di capitale e vanno dichiarati nel quadro RT – Plusvalenze finanziarie. In questa sezione ci sono differenti righi che devono essere compilati e sono ascrivibili ai seguenti: Rigo RT 21, rigo RT 22, rigo RT 23, rigo RT 27 e rigo RT 29.

I contribuenti che decidano di detenere attività finanziarie fuori dai confini nazionali, tra cui Bitcoin e altre valute digitali, sono tenuti a versare l’IVAFE, ovvero l’Imposta sul valore delle attività finanziarie detenute all’estero, che viene computata come il due per mille del valore degli asset detenuti all’estero. Tutte queste informazioni devono essere inserite nella Dichiarazione dei Redditi.: deve essere utilizzato il quadro W del modello 730 o il quadro RW del Modello Redditi Persone Fisiche.

Trading online: come compilare la dichiarazione dei redditi

Facciamo un esempio pratico per comprendere meglio come si deve provvedere alla compilazione della dichiarazione dei redditi nel caso in cui si abbia svolto attività di trading online.

Nel caso in cui si abbia maturato una plusvalenza su Bitcoin per 7mila euro, il contribuente dovrà compilare il Quadro RW1. Il trader deve compilare le colonne 7 e 8 che indicano il valore iniziale e il valore finale, la colonna 10 che indica i giorni di possesso e la colonna 11 e 15 che indica l’IVAFE al lordo ed al netto.