Molti, in queste ore, stanno scrutando con un certo nervosismo l’evoluzione dei mercati criptovalutari. il motivo è facilmente intuibile: dopo il quarto halving di Bitcoin la previsione quasi unanime era per una crescita esponenziale del prezzo dell’icona inventata da Satoshi Nakamoto. Esplosione che, per il momento, tarda ad arrivare.
C’è però un evento di cui non si parla molto, che potrebbe fungere da catalizzatore in tal senso. Stiamo parlando dei rimborsi ai clienti di Mt. Gox rimasti danneggiati dal crac di quello che all’epoca era il più grande exchange a livello planetario. Il fallimento della piattaforma, ancora oggi oggetto di grandi sospetti, è avvenuto nel 2014 e soltanto a distanza di dieci anni sembra che la vicenda sia destinata ad avviarsi a conclusione. Una conclusione la quale, però, proprio per il momento in cui arriva, potrebbe comportare conseguenze di mercato molto rilevanti. Andiamo a vedere perché.
Mt. Gox, i rimborsi potrebbero incidere notevolmente sul mercato crypto
Il mercato delle criptovalute si è scrollato di dosso la correzione della scorsa settimana, ma c’è alle viste un possibile catalizzatore il quale potrebbe incidere in maniera rilevante sui prezzi, nel corso delle prossime settimane.
Il riferimento è ai rimborsi che Mt. Gox, l’exchange imploso fragorosamente nel 2014, a seguito di una lunga serie di attacchi di pirateria informatica, si accinge a rilasciare. Rimborsi che sono attesi ormai da dieci anni e che, una volta erogati, potrebbero mettere a serio repentaglio il tanto atteso rally al rialzo non solo di Bitcoin, ma dell’intera criptosfera.
È stata la società di criptovaluta K33 Research a riportare la notizia, all’interno di un rapporto pubblicato nella giornata di ieri. Lo scambio di criptovaluta fallito, infatti, si appresterebbe a distribuire 142mila Bitcoin, per un valore pari a circa 9,5 miliardi di dollari. Cui si vanno ad aggiungere altri 143 Bitcoin Cash, a loro volta pari a circa 73 milioni di dollari.
Come si può facilmente capire, molti guardano con preoccupazione all’evento. Nel caso in cui gli interessati decidessero di capitalizzare immediatamente la restituzione dei token, per il mercato potrebbe arrivare una vera e propria doccia fredda. La speranza è naturalmente che coloro che stanno per riavere indietro i propri BTC facciano come le crypto whale. I grandi investitori, infatti, hanno deciso di non procedere per ora a vendite, sperando ovviamente di poterlo fare a prezzi molto maggiorati nei prossimi mesi.
Gli ex utenti di Mt. Gox, però, aspettano di riavere indietro i propri soldi da un decennio. È abbastanza logico pensare che non appena ricevuti i rimborsi, possano decidere di metterli immediatamente a frutto, almeno in buona parte. Se le vendite fossero massicce, l’effetto sul prezzo di Bitcoin sarebbe molto forte. E ad un sensibile ribasso di BTC potrebbe far seguito una nuova gelata.
Mt. Gox: cosa sta accadendo
Al momento non sono ancora state fissate date, relative all’inizio dei tanto sospirati rimborsi per i clienti di Mt. Gox rimasti coinvolti nel clamoroso crac dell’exchange. I creditori, però, hanno notato il recente aggiornamento delle proprie richieste di vedersi restituire i token. Uno sviluppo il quale sembra in effetti prefigurare la loro prossima restituzione.
I pagamenti, quindi, potrebbero arrivare prima di quel 31 ottobre originariamente indicato dagli amministratori della defunta piattaforma. Un anticipo che non era stato previsto dai tanti analisti che, nel corso degli ultimi mesi, si erano esercitati nel formulare previsioni.
Uno sviluppo di cui hanno preso atto, invece, Vetle Lunde e Anders Helset. Proprio loro, infatti, hanno affermato al proposito: “Le monete di Mt. Gox potrebbero diventare un importante contributore negativo ai prezzi nel corso delle prossime settimane”.
Naturalmente, la speranza è che il quantitativo di Bitcoin pronti a riversarsi sui mercati non sia talmente rilevante da avere ricadute di rilievo sul suo prezzo. L’impatto potrebbe peraltro essere attutito dalla crescita della domanda, in particolare da parte degli investitori istituzionali. Al momento, però, l’impressione prevalente è che, al contrario, vendite che si preannunciano massicce possano smorzare l’euforia del mercato.