I revisori dei conti dell’Ue affermano che non sono in grado di stabilire se i finanziamenti per i rifugiati in Turchia stanno effettivamente avendo un impatto. Un nuovo rapporto mette in evidenza le preoccupazioni sulla trasparenza e sull’impatto dei fondi destinati ad Ankara.
Le critiche dell’Ue alla Turchia sui fondi per i rifugiati
L’Ue e la Turchia hanno firmato un accordo sui rifugiati nel 2016. In base all’accordo l’Unione si è impegnato a fornire almeno 6 miliardi di Euro alla Turchia in fondi. La Turchia, invece, si è impegnata a fermare il flusso dei migranti che arrivano da Siria e a impedire ai rifugiati di raggiungere l’Europa.
Il modello di accordo è stato poi implementato per altri patti firmati con Tunisia, Egitto e Mauritana. Nel 2021, i leader europei hanno raggiunto un accordo per inviare altri 3 miliardi di Euro ad Ankara. Il denaro fornito dall’Ue viene principalmente utilizzato per fornire aiuti ai rifugiati nel territorio turco, per le politiche di integrazione e per migliorare l’istruzione e la sanità.
La trasparenza dell’uso dei fondi
La Corte dei conti europea ha pubblicato un rapporto aggiornato relativo all’anno scorso sull’uso efficace dei fondi. L’istituzione sostiene che il ministero dell’Istruzione turco abbia rifiutato di fornire informazioni che avrebbero permesso loro di valutare l’impatto dei progetti dell’Ue. Ha sottolineato che non è in grado di presentare un’analisi di costi senza alcuna indicazione di cosa accadrebbe se i contributi finanziari del blocco finissero.
Secondo i dati del governo turco, la Turchia ospita più di 4 milioni di rifugiati, di cui oltre 3,2 milioni sono rifugiati siriani. I partiti di opposizione sostengono che il numero effettivo potrebbe superare le cifre ufficiali.
Le preoccupazioni sui diritti umani
I revisori dei conti hanno espresso preoccupazioni sull’operatività delle Ong in Turchia. Secondo il rapporto “il contesto operativo per le Ong è peggiorato dal 2018”.
Il rapporto fa riferimento particolarmente al periodo successivo alle modifiche apportate alla costituzione dopo il tentativo di colpo di stato del 2016 e il referendum del 2017 che ha abolito il sistema parlamentare in Turchia.