Il Primo Maggio 2024 oltre ad una nuova location con lo spostamento da San Giovanni al Circo Massimo avrà anche due nuovi conduttori con Ermal Meta e Noemi. I due cantanti sono stati scelti dal direttore artistico Massimo Bonelli e raccolgono il testimone da Ambra Angiolini che era stata al timone dello spettacolo dal 2018 fino allo scorso anno. TAG24 ha incontrato i due artisti nella sede Rai di Viale Mazzini per capire quali saranno i temi centrali dello spettacolo quest’anno e i messaggi per loro più importanti da mandare.

Primo Maggio il video con i conduttori Ermal Meta e Noemi

Ermal Meta e Noemi sono raggianti di essere i conduttori del Primo Maggio, una sfida inedita assoluta per loro che non hanno alcuna esperienza in questa veste. I due saranno chiamati a presentare i loro colleghi, con una line up che va da Ultimo fino a Mahmood alla sua prima volta al concertone, ma si esibiranno anche loro. Il cantautore di origine albanese sottolinea: 

“Avremo aiuto e supporto di grandi professionisti, per me è un grande onore. Tutti i Primo Maggio da quando ne ho sentito parlare per la prima volta sono stati importanti per me, non pensavo fosse il concerto gratuito più grande per me. La prima volta che ci sono stato era per suonarci nel 2017 e mi ha fatto davvero impressione, in senso positivo vedere tutta quella gente. Ci saranno tanti temi da affrontare e cercherò di farlo nel miglior modo possibile”.

Noemi invece si sofferma di più sulla scelta di costruire un racconto basato sulla musica, ringraziando anche della possibilità di poter condurre una così grande manifestazione nella sua amata Roma:

 “La musica è fondamentale nel racconto, non riesco mai ad evadere dal testo. Credo che il valore aggiunto della musica sia nella parola cantautore. In questo momento storico c’è bisogno che la musica faccia il suo ruolo. Bisogna aiutare la società a trovare una direzione, per noi è un’avventura perché saliremo sul palco con tanta energia. Dovremo portare questa grande manifestazione dall’inizio alla fine. Ci sarà anche  la grande bellezza di Roma in questa cornice dove ho visto concerti pazzeschi e grandi manifestazioni. È bello essere nel nostro contesto con la musica e cantare, questo però sarà anche un bel modo di raccontare i nostri colleghi oltre che temi importanti: sicurezza sul lavoro e parità di genere”.

Ermal Meta ci tiene anche a sottolineare un aspetto fondamentale per il lavoro ma non solo:

“Credo che il futuro non sia mai stato così in pericolo. Andiamo avanti, ma con la consapevolezza che per il nostro futuro tutto dovremo fare qualcosa in più. C’è un mondo che ci spaventa, ma siamo tutti nella stessa situazione. Il Primo Maggio è la festa dei lavoratori e c’è il dovere di porre l’accento su questo”.

Quando viene chiesto ad entrambi quale sia il messaggio più importante Ermal Meta sottolinea: “Abbiamo bisogno di speranza”, mentre Noemi aggiunge: “Il palco del Primo Maggio non perde mai l’aderenza con la realtà sociale che ci circonda”. Un aspetto quest’ultimo però che, stando alle parole dell’organizzazione, nella lunga diretta non vedrà l’intervento di scrittori con monologhi. Un altro caso che potrebbe far discutere dopo quello di Scurati prima invitato e poi cancellato dalla scaletta di “Che sarà” con il suo monologo sul 25 aprile poi letto da Serena Bortone.

I valori sociali come l’antifascismo centrali nel Primo Maggio

Noemi sottolinea di amare molto il contatto con il pubblico e spera che questa serata possa rappresentare un faro soprattutto per i tanti giovani che lo vedranno:

 “Amo il contatto con il pubblico. Sono molto contenta di questo ruolo all’interno della musica, è il mio habitat naturale e ci permette di essere molto sereni. Credo che il palco del Primo Maggio sia un faro sui diritti civili e il termometro della società moderna. Credo che un tema di questo tipo sia importantissimo ed i giovani debbano essere sensibilizzati”.

Ermal Meta rispondendo sull’antifascismo sottolinea come debba essere considerato un valore intrinseco nella società perché alla base della costituzione:

“Trovo strano che bisogni insegnare l’antifascismo perché la costituzione è basata su questo. C’è uno scollamento con un gap generazionale, l’Italia è uno stato antifascista e non c’è molto da spiegare”.

Un tema quello dell’antifascismo centrale dunque anche nella festa dei lavoratori, ma così attenta alla politica come hanno avuto modo di ribadire i segretari della CGIL, CISL e UIL che non hanno mancato di attaccare anche oggi il governo.