Il quarto halving di Bitcoin è realtà ormai da qualche giorno. Se all’apparenza il prezzo dell’icona di Satoshi Nakamoto si è mosso poco (al momento è comunque sopra i 66 mila dollari) secondo alcuni analisti il recente dimezzamento della ricompensa mineraria di Bitcoin ha già alterato il mercato in profondità. Tanto che potrebbe potenzialmente portare la domanda di criptovaluta a essere cinque volte superiore a quella dell’offerta. Ad affermarlo è, in particolare, l’ultima proiezione degli analisti dell’exchange di criptovalute Bitfinex.
Cosa sostengono gli analisti di Bitfinex
Nella giornata di sabato, la ricompensa di blocco prevista per i minatori è stata portata da 6,25 BTC a 3,125 BTC. Stando ad uno studio di Bitfinex, il dimezzamento dei premi significa che il valore nozionale del numero totale di nuove monete che si vanno ad aggiungere giorno dopo giorno alla fornitura totale potrebbe scendere a un valore intorno ai 30 milioni di dollari.
Per capire meglio, occorre a questo punto sottolineare che si tratta di un dato inferiore di cinque volte alla sola domanda media giornaliera degli ETF statunitensi. A quelli approvati dalla SEC il passato 10 gennaio, però, si potrebbero presto aggiungerne altri, a partire da quelli asiatici. Si tratta quindi di una diminuzione molto significativa e tale da potersi riflettere con grande forza sulla quotazione di BTC.
Ecco quanto scritto all’interno del rapporto di Bitfinex: “Con il tasso di emissione giornaliero in calo dopo l’halving, stimiamo che la nuova offerta aggiunta al mercato (nuovi BTC estratti) ammonterebbe a circa 40-50 milioni di dollari in termini nozionali di USD in base alle tendenze di emissione. Si prevede che ciò potrebbe scendere nel tempo a 30 milioni di dollari al giorno, inclusa l’offerta attiva e dormiente, nonché la vendita dei minatori, soprattutto perché le operazioni minerarie più piccole sono costrette a chiudere i negozi,”.
Per poi proseguire: “Gli afflussi netti medi giornalieri dagli ETF spot su Bitcoin fanno impallidire quella cifra che supera i 150 milioni di dollari, anche se i flussi si sono moderati e sono addirittura diventati negativi nelle ultime settimane”.
La stretta sull’offerta ha già avuto inizio
Se si pensava che ci sarebbe voluto tempo per una stretta sull’offerta di Bitcoin, la realtà si è dimostrata subito diversa. Dopo l’halving, il numero totale di nuove monete aggiunte quotidianamente alla fornitura è sceso a 450 BTC (quasi 30 milioni di dollari) rispetto alla media quadriennale pre-halving. Che stando ai dati pubblicati da Glassnode era attestata praticamente al doppio, ovvero a circa 900 token.
Ancora secondo Bitfinex, gli afflussi medi giornalieri negli ETF sono destinati a restare costanti, sempre riferendoci a quelli approvati dalla SEC. L’analisi, quindi, non tiene in conto la recente approvazione di quelli presentati a Hong Kong. Un’aggiunta la quale rischia di rendere esplosiva la situazione.
Altro dato contenuto nel rapporto dell’exchange è poi quello relativo alla disponibilità dei minatori. Sempre secondo Glassnode, nel corso dei sei mesi che hanno preceduto l’halving, le mining farm hanno alienato una parte delle proprie riserve. Tanto che il numero di coin da essi detenuti è sceso di oltre 18mila, attestandosi a quota 1,82 milioni.
Ora, anche la vendita da parte loro potrebbe subire un rallentamento, poiché le attrezzature sono state aggiornate, garantendo la sostenibilità dell’attività. E ove ciò accadesse realmente, si verrebbe a verificare un altro calo nell’offerta di Bitcoin.
Infine, sempre secondo Bitfinex, gli investitori stanno ancora una volta assumendo sempre più direttamente la custodia delle loro monete, con il sostanziale indebolimento dell’offerta al mercato. Tanto da affermare: “Gli attuali dati on-chain indicano che i deflussi degli scambi di Bitcoin stanno raggiungendo picchi mai visti da gennaio 2023, suggerendo che molti investitori stanno spostando le loro partecipazioni in celle frigorifere in previsione di aumenti di prezzo. Nel frattempo, le vendite attive da parte dei detentori a lungo termine non hanno ancora accelerato il tipico calo dei prezzi prima del dimezzamento, indicando un forte assorbimento di questa pressione di vendita da parte dei nuovi operatori sul mercato”.
Una conferma dei rapporti pubblicati nelle ultime settimane
Lo shock dell’offerta prefigurato da Bitfinex, va praticamente a confermare alcuni studi precedenti. In particolare quello di Bybit, secondo il quale i token presenti negli exchange si esauriranno in nove mesi. Un dato desunto dal ritmo di acquisto degli ETF, peraltro solo a quelli statunitensi.
A questo dato si dovrebbe poi aggiungere quanto previsto da un altro studio pubblicato da poche ore da CoinShares. Secondo il gestore finanziario, infatti, il mutamento di quadro spingerebbe molti minatori verso l’intelligenza artificiale, ritenuta più conveniente. Ne conseguirebbe quindi un indebolimento dell’attività estrattiva di BTC.
Il mixarsi di tutte questi fattori, di conseguenza, potrebbe di conseguenza presto tradursi in quell’esplosione del prezzo di BTC che, almeno per ora, non è stato prodotto dall’halving. Potrebbe comunque trattarsi di aspettare pochi giorni, per vedere le prime avvisaglie in tal senso.