“Psg? Vedremo, se ne parlerà più avanti”, così Vlahovic lapidario sulla possibilità di trasferirsi e di dire addio alla Juventus: i bianconeri quest’anno hanno vissuto una stagione di alti e bassi e, nonostante abbiano in pugno la qualificazione in Champions League, potrebbero non confermare i propri gioielli.
Vlahovic non chiude al Psg e chiarisce il futuro alla Juventus
Non è, infatti, da escludere una possibile partenza dalla Juventus al Psg per Dusan Vlahovic: l’attaccante è concentrato sull’attuale stagione ma non chiude completamente la porta ad un trasferimento nel club francese.
Il Paris, come tante altre squadre: il serbo ha soli 24 anni e un’intera carriera davanti a sé, non è da escludere che quindi possa essere oggetto di mercato in questa prossima sessione estiva che sta per iniziare.
Tra tutti la società parigina è quella maggiormente interessata, perché priva del suo top player Kylian Mbappé. Il Psg, dunque, potrà usufruire di una certa disponibilità economica non indifferente che potrebbe convincere non soltanto l’attaccante ma anche la stessa Juventus.
A tal proposito Vlahovic ha rilasciato una lunga intervista al L’Equipe in cui ha affrontato diverse tematiche, tra cui quella che riguarderebbe il suo futuro alla Juventus, tra voci di partenza proprio al Psg e permanenza possibile:
“Io al Psg? Ho sentito alcune voci di mercato, non ne sapevo nulla e non me n’ero interessato. Io pensavo soprattutto a prepararmi al meglio per la stagione. Con la Juve ho ancora due anni di contratto e ci sto bene. Vorrei vincere qualcosa di importante qui, poi vedremo, se ne parlerà più avanti“.
Proprio il partente parigino Mbappé, insieme ad altri del calibro di Ronaldo e Ibrahimovic, è nominato dallo stesso Vlahovic nonostante sia suo coetaneo come modello di giocatore a cui aspirare nel ruolo di attaccante:
“Mbappé? Fortissimo, ha 25 anni e ha quasi vinto tutto, ha fatto quaranta gol in questa stagione. Cristiano Ronaldo è il mio modello: l’ho seguito dal Manchester, quando era ala sinistra. Mi piacevano i suoi movimenti, il suo ‘killer instinct’, penso che sia uno dei migliori della storia. Anche Zlatan Ibrahimovic mi è piaciuto molto, così come Fernando Torres con i suoi capelli un po’ lunghi, ai tempi del Liverpool. E poi Karim Benzema, un giocatore che adoro.
Anche Giroud è un gigante. Le statistiche chiedono sempre più spazio, ma non dicono l’importanza di un giocatore: nella Coppa del Mondo del 2018 vince la Francia, i numeri dicono che Giroud ha segnato zero gol ma senza di lui la Francia non avrebbe vinto. Era insostituibile con tutto il lavoro sporco che ha fatto, i passaggi, il suo modo di pesare sulle difese, è stato uno dei giocatori fondamentali per la vittoria”.
Al momento la Juventus è concentrata sul finale di stagione e cercherà di assicurarsi il prima possibile la qualificazione aritmetica per la prossima Champions League, dopo aver conquistato quella nel Mondiale per Club 2025.
Un passo importante che determinerà gran parte del mercato estivo, visto il compenso economico che arriverà già soltanto dalla partecipazione, e che potrebbe tradursi anche nella permanenza di alcuni giocatori tra cui lo stesso Vlahovic.
Migliore stagione in bianconero, resta il rimpianto scudetto
ll serbo, durante le interviste, non ha nascosto le vicissitudini che ha vissuto nella scorsa stagione ma che lo hanno portato a vivere l’attuale in modo completamente diverso e certamente in modo più brillante. Questa, infatti, resta la stagione migliore a Torino:
“La scorsa stagione è andata così perché non mi sentivo bene fisicamente. Ho davvero sofferto. Quest’anno mi sento bene, è l’unica cosa che è cambiata. Per il resto faccio tutto uguale, lavoro duro, mi concentro sul recupero.
In questa stagione ho segnato 16 gol ma avrei potuto fare anche molto di più. Voglio sempre fare di più. Voglio diventare un giocatore che la gente ricorderà. Giocare per fare una piccola carriera e fare soldi, non mi interessa. Il Pallone d’Oro? È un sogno e un obiettivo”.
Infine Vlahovic non nasconde la voglia di provare a puntare non soltanto per la qualificazione in Champions ma anche per la vittoria della Coppa Italia vista la cocente delusione per lo Scudetto sfumata nel girone di ritorno:
“Sarebbe bello qualificarsi in Champions League e vincere la Coppa Italia, ovviamente, ma non possiamo essere pienamente soddisfatti, questa è la mentalità di questo club e un requisito della sua storia.
Avevamo la possibilità di lottare per il titolo, a un certo punto non eravamo lontani. Ma essere in lotta a febbraio non significa niente e non conta. È a fine maggio che vediamo chi c’è. I rimpianti sono inevitabili ma abbiamo ancora tanto da giocare”.