Una brutta gatta da pelare in arrivo per numerosi comuni italiani. La Corte di Cassazione ha accolto la richiesta di un avvocato di Treviso, in Veneto, sanzionato per aver viaggiato a 97 chilometri sulla “Tangenziale”, una strada dove il limite massimo orario è di 90.
Secondo la sentenza, l’autovelox adibito al rilevamento della velocità – lo stesso presente in molte città d’Italia – risulta attualmente “approvato” e non “omologato”, come la maggior parte degli apparecchi installati sul territorio nostrano.
Questa vittoria potrebbe potenzialmente scatenare l’insorgenza di numerosi automobilisti, costretti nei mesi precedenti a dover saldare le multe ricevute senza una vera e propria legge trasparente a riguardo, per quello che è un mero “vuoto normativo”.
Ma nel Belpaese c’è anche chi preferisce farsi giustizia da solo, come Fleximan, l’anti-eroe che aiutato dai suoi emulatori sparsi per tutte le regioni ha distrutto numerosi impianti, creando non pochi problemi alle casse dello Stato e dei cittadini.
Tag24 ha intervistato l’avv. Emanuele Dalla Palma, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consumatori e delle Micro Imprese Migliore Tutela, per comprendere al meglio questa spinosa vicenda burocratica.
Intervista all’avv. Emanuele Dalla Palma, pres. Migliore Tutela
D. La maggior parte degli autovelox in Italia sono lo stesso modello sulla strada regionale 53 di Treviso. Prevede un boom di ricorsi dei cittadini nei confronti dei comuni?
R. “Abbiamo effettuato pubblicamente una richiesta ai comuni affinché emettano dei provvedimenti in autotutela spendendo il servizio. La Cassazione con l’ordinanza 10505/2024 ha conclamato questo orientamento, che ha sancito l’illegittimità degli autovelox ed è chiaro che da questo momento non possono più essere utilizzati. Qualora i comuni rispondessero che “non gli interessa risolvere il problema”, allora bisogna partire con la denuncia. Non possono permettersi di utilizzare strumenti illegittimi e questo è un dato oggettivo”
D. Molte multe ai danni dei cittadini dopo la sentenza potrebbero risultare non valide. Quali sono i rischi per i comuni italiani?
R. “È un grossissimo problema per i comuni, la mia opinione personale è che è stato mantenuto uno status quo per aiutare questa ripercussione a livello economico nei loro confronti. I flussi di cassa sono notevoli, per carità e dovrebbero essere utilizzati ai fini delle sicurezza: sistemazione strada, cartellonistica e tutto ciò di cui c’è bisogno. Parte di questi soldi vengono utilizzati per la sistemazione della rete viaria e altri magari destinati a necessità d’altro tipo. Nessuno biasima nessuno, i comuni sappiamo che soffrono dal punto di vista economico, che hanno poca liquidità e quindi in qualche modo devono tirar su i soldi. Sarà un problema economico per tutti, le strade magari non vengono sistemate e ci rimettiamo noi come cittadini. È un circolo vizioso. Bisogna adattarsi e trovare soluzioni alternative“.
Cos’è il Riflessometro: la potenziale soluzione al problema degli autovelox
L’avvocato Dalla Palma, cita il “Riflessometro”, un innovativo strumento inventato dall’amico e collega Giorgio Marcon, referente nazionale del Centro Tutela Legale e specializzato in creazione di sistemi sicurezza attiva su strada e sul lavoro per la salvaguardia di vite umane.
Il suo funzionamento è di base molto semplice: sullo sterzo del proprio veicolo viene applicato un dispositivo che in caso di un eccessivo consumo d’alcol, si attiva, impendendo al conducente di accendere il motore.
Questa idea, se approvata, potrebbe porre fine in via assoluta all’utilizzo su strada dell’autovelox e diminuire il numero incidenti provocato da abuso di alcolici o sostanze stupefacenti.
D. Presidente, lei parla di soluzioni alternative. Quali potrebbero risolvere o tamponare il problema?
R. “Il nostro perito Marcon, già da anni, ha inventato un apparecchio, il “riflessometro” che può servire per adeguare la velocità dei mezzi con tutti gli accorgimenti del caso, anche in riferimento delle strade, alla cartellonistica e quant’altro. Quello potrebbe essere una soluzione alternativa valida da applicare. Ma è il Governo che dovrebbe interessarsi in primis alla questione, ci sono tanti politici strapagati al Parlamento e dovrebbero trovare loro delle soluzioni. E abbiamo visto che attualmente non lo fanno…”
D. Si parla della differenza tra autovelox “approvati” e “non omologati”. Lei vede la vede questa diversità?
R. “All’epoca l’allora dirigente di prima fascia dei ruolo del Ministero delle Infrastrutture dei Trasporti, Giovanni Lanati, pubblicò un comunicato sull’argomento che fu una vera e propria cortina fumogena su tutta questa vicenda, non che abbia detto una cosa sbagliata. Quello che noi abbiamo contestato non era la differenza tra approvazione o omologazione, ma la legalizzazione delegata e demandata al Ministero dello Sviluppo Economico, ora Ministero dell’Industria e del Made in Italy. L’associazione “Migliore Tutela” di cui sono il presidente, è una squadra costituita da più persone, un gruppo di collaboratori uniti dalle stesse idee ed ispirati dal nostro Marcon, che è particolarmente proiettato su questa materia”
D. Prevede l’arrivo di nuovi Fleximan con questa situazione attuale?
R. “Per noi è già riprovevole che sia esistito un fenomeno del genere, per me questa situazione rappresenta un malessere generalizzato inerente a questa attività. Sono situazioni che non dovrebbero esistere e stanno provocando un grave danno alla collettività. Indipendentemente dal personaggio o dai suoi emulatori spero che la questione venga risolta a livello legale. La Cassazione ha dato un orientamento corretto e si spera che i magistrati, prefetti e comuni si adattino a questi criteri”