Robert F. Kennedy Jr., candidato indipendente alla presidenza degli Stati Uniti, ha dichiarato domenica la sua intenzione, ove fosse eletto alla Casa Bianca, di pubblicare l’intero bilancio del Paese su blockchain. Una vera e propria ristrutturazione in chiave Web3 che renderebbe il governo degli Stati Uniti molto più trasparente di quanto non lo sia al momento.
Robert F. Kennedy Jr. intende pubblicare il bilancio USA su blockchain
Robert F. Kennedy Jr. ha impostato la sua campagna in qualità di candidato indipendente mettendo un particolare accento sull’innovazione finanziaria. Già nel passato mese di luglio aveva lanciato la proposta di sostenere il dollaro statunitense facendo leva su risorse di Bitcoin.
In questa occasione è andato oltre le semplici criptovalute, puntando sull’utilità della tecnologia alla loro base, la blockchain. Una tecnologia che è da molti considerata una possibile soluzione ad alcuni problemi della politica, a partire dalla trasparenza del voto.
Com’è noto, infatti, una delle sue caratteristiche chiave è l’immutabilità dei dati che sono contenuti al suo interno. Una volta introdotti nel registro a seguito della convalida da parte dei nodi, infatti, non possono più essere modificati.
Proprio questa caratteristica è stata individuata da Kennedy Jr. per lanciare una nuova proposta; pubblicare su blockchain tutti i dati relativi al bilancio federale, facendo in modo che nessuno possa modificarne la destinazione senza essere colto in flagrante.
Nello spiegare la sua proposta, in un video che è stato condiviso su X, lui stesso ha affermato che la facilitazione dei pagamenti giornalieri su un registro distribuito pubblicamente potrebbe rendere le i governanti più responsabili. In teoria, infatti, chiunque sarebbe in grado di vedere come avviene la spesa pubblica. Per farlo basterebbe monitorare quelle che, probabilmente, sarebbero migliaia e migliaia di transazioni registrate ogni giorno.
Una questione di vecchia data
Occorre sottolineare che le parole di Robert F. Kennedy Jr. sono state pronunciate sulla base di un esempio abbastanza famoso e controverso. Nel 2018, infatti, l’opinione pubblica mostrò tutto il suo malumore per le abitudini di acquisto del Pentagono. Al proposito, il candidato indipendente alla presidenza ha affermato: “Avremo 300 milioni di occhi sul nostro budget, e se qualcuno spenderà 16.000 dollari per un sedile del water, tutti lo sapranno”.
Kennedy Jr. ha poi affrontato un altro aspetto di cui si sta discutendo molto, in questa campagna elettorale, ovvero la pericolosità della tecnologia. Secondo lui, infatti, la stessa potrebbe essere utilizzata in maniera impropria da chi governa, trasformandosi in un pendio scivoloso verso la sorveglianza finanziaria. Il riferimento è in particolare al tema della CBDC (Central Bank Digital Currency), nei confronti della quale Donald Trump ha affermato l’intenzione di proporre un bando ove eletto.
Mentre è ormai di vecchia data la sua ammirazione nei confronti del Bitcoin, tanto da farne un vero e proprio asse lungo cui dispiegare la propria campagna elettorale. Basti pensare in tal senso che è stato relatore principale nel corso dell’evento Bitcoin 2023 tenutosi a Miami. Mentre di recente ha fatto la sua apparizione a ETHDenver, una conferenza annuale sulla principale Altcoin.
Le criptovalute sono un tema sempre più presente nella corsa alla Casa Bianca
Le parole dedicate da Robert F. Kennedy Jr. alla blockchain e alle criptovalute in genere non sono del tutto sorprendenti. Nel corso di questa campagna elettorale, che vedrà gli statunitensi votare per la Casa Bianca e il rinnovo del Congresso, più di una volta Bitcoin e innovazione finanziaria sono stati evocati.
Basti pensare, in tal senso, alla vera e propria virata di Donald Trump. L’ex presidente, di nuovo in corsa per i repubblicani, dopo aver cannoneggiato BTC per lungo tempo ha di recente affermato la necessità di conviverci, da parte della politica. Una correzione di rotta dovuta probabilmente alla volontà di ingraziarsi l’industria delle criptovalute.
Una volontà che sembra essere stata recepita in particolare dalla Blockchain Association, la quale si sta impegnando in maniera massiccia per avversare i politici dubbiosi sulle sorti degli asset virtuali. Politici che, molto spesso, fanno riferimento al partito democratico, a partire da Elizabeth Warren e Sherrod Brown.