L’insegnamento scolastico si imbatte annualmente nel 25 aprile, nonostante sia una giornata festiva. Il dilemma su come affrontare questa data così significativa e come spiegarla ai giovani, fondamentale e simbolica per la storia nazionale, va oltre la semplice didattica storica: il suo valore storico e civico è innegabile e dovrebbe emergere naturalmente.
Infatti, la Resistenza non è solamente un avvenimento storico di rilievo, ma rappresenta una “memoria educativa”, poiché da questo movimento di persone e idee sono nate le istituzioni che ancora oggi garantiscono la convivenza dei cittadini in libertà, anche con la presenza di opinioni divergenti. È importante considerare che l’insegnante non può evitare il confronto, non solo con le proprie competenze e conoscenze, ma anche con le proprie idee, visione del mondo, orientamento etico e politico, inteso nel senso più nobile di interesse per la polis, la città e la cosa pubblica.
Il 25 aprile spiegato ai bambini
Il 25 aprile, la Festa della Liberazione, rappresenta un momento significativo della storia italiana che deve essere spiegato ai bambini e alle bambine non solo per il suo valore storico nel plasmare le nostre attuali istituzioni democratiche, ma anche per promuovere la comprensione di temi universali come libertà e pace.
Spiegare il 25 aprile è importante per almeno tre motivi:
- Perché la storia riguarda anche i bambini. È compito degli adulti tramandare agli alunni gli avvenimenti e le idee del passato: parlarne li incoraggia a interessarsi di più e a porre domande quando saranno più grandi.
- Perché gli eventi sono sempre più distanti nel tempo. Fino a pochi anni fa, era comune avere un nonno che era stato testimone diretto di quegli avvenimenti, ma ora anche gli ultimi partigiani ci stanno lasciando.
- Perché si possono esplorare le emozioni. Temi come la pace e la libertà sono ottimi per affrontare l’educazione emotiva.
25 aprile, attività per la scuola primaria
Innanzitutto, dato che ci sono ancora diversi testimoni viventi di quegli eventi, incontrare personalmente le persone che hanno vissuto quel periodo rimane, quando possibile, la strada migliore per coinvolgere emotivamente gli studenti nella conoscenza storica. Anche in un periodo di eventi online, è possibile organizzare collegamenti a distanza, come ha fatto l’ANPI del quartiere Quarto Oggiaro di Milano, che ha organizzato una diretta YouTube con Giovanni Marzona, partigiano residente nella zona.
Inoltre, l’incontro con le seconde generazioni – ovvero i figli o i parenti diretti – può risultare ancora importante ed efficace dal punto di vista dell’empatia.
La lettura resta un valore centrale, non solo attraverso testi autobiografici e memorie scritte, ma anche attraverso la narrativa che ci ricorda il valore pedagogico della letteratura, dove la verosimiglianza può essere insegnativa, come dimostrato da opere come “Il sentiero dei nidi di ragno” di Italo Calvino.
Poiché la base della Storia è il lavoro sulle fonti, oltre alle testimonianze orali, può essere utile organizzare laboratori in classe o direttamente negli archivi per far costruire la storia direttamente agli studenti.
Un’altra attività coinvolgente è il Collection Day: la raccolta di oggetti e materiali privati da parte delle famiglie che hanno avuto un passato nella Resistenza, seguita da interviste agli studenti.
Si possono anche realizzare ricerche con persone vicine e raggiungibili, partendo dai familiari, attraverso interviste di conoscenza generale sull’argomento.
Per i più piccoli, laboratori didattici che simulano un contesto inventato possono trasmettere il significato degli avvenimenti.
Per gli studenti delle scuole superiori, è possibile approfondire temi specifici attraverso kit didattici digitali, come la storia della partigiana Franca Turra.
Percorsi di trekking urbano possono far scoprire luoghi e monumenti legati alla guerra di liberazione.
Infine, il gioco può essere un metodo didattico efficace: si possono organizzare docu-game o giochi di ruolo che coinvolgano attivamente le classi e stimolino la partecipazione degli studenti.