Dopo mesi di stallo e di rimpalli fra Camera dei Lord, Camera dei Comuni e Corte suprema britannica, la tanto agognata svolta sull’immigrazione promessa dal governo conservatore di Rishi Sunak ha avuto finalmente via libera.
Ieri 22 aprile il parlamento britannico ha approvato il “piano Ruanda“, che prevede di portare nel paese africano tutti i richiedenti asilo che raggiungono il Regno Unito. Onu e Consiglio d’Europa hanno chiesto di riconsiderare il progetto, mentre il premier Sunak promette che i primi “trasferimenti” avverranno questo luglio.
“Piano Ruanda” approvato dal parlamento inglese: cosa prevede e le sue conseguenze
Il progetto definito “Ruanda bill” era al centro del programma di governo fin da quando Rishi Sunak era diventato premier britannico. L’idea di trasferire in un paese terzo i migranti mentre viene esaminata la loro richiesta d’asilo era piaciuta anche ad altri governi conservatori in Europa, come quello italiano guidato da Giorgia Meloni.
Sunak però ha dovuto, nel corso degli ultimi due anni, affrontare le rimostranze e le critiche arrivate dalla Camera dei Lord e dalla Corte suprema britannica, che ravvisavano possibili frizioni con i trattati internazionali (come la CEDU) e l’impossibilità di stabilire unilateralmente che il Ruanda fosse un paese sicuro.
Il parlamento britannico, però, è riuscito ieri 22 aprile nel suo intento di approvare il “piano Ruanda” prima delle elezioni legislative di fine anno, come dimostrazione che le idee del premier Sunak alla fine vengono approvate.
Sulla sua applicazione però i dubbi sono tanti, non soltanto nel Regno Unito ma anche in Europa. Va innanzitutto detto che il Ruanda riceverà ingenti pagamenti (circa 370 milioni di sterline nei prossimi 5 anni) per accettare tutti quei voli che trasportando migranti e richiedenti asilo. Questi resteranno nel paese dell’Africa centrale fin quando i funzionari britannici avranno esaminato le loro richieste, con la possibilità di ignorare nel loro esame parti del diritto internazionale e nazionale sui diritti umani.
Onu e Consiglio d’Europa: “Il Regno Unito riconsideri la decisione”
In modo irrituale per la politica britannica la Camera dei Lord nel corso del 2023 aveva rimandato più volte a quella dei Comuni il piano sui migranti, chiedendo di inserire alcuni emendamenti e facendo leva sulla decisione della Corte suprema britannica, che indicava come trasferire nel Ruanda i migranti fosse illegale.
Il rischio di violazione dei diritti umani è alto, considerando anche nel paese con capitale Kigali il presidente Paul Kagame è accusato di governare con il pugno di ferro (pur non essendo un dittatore). Alla fine, nella notte di ieri, i conservatori eletti nella Camera dei Comuni sono riusciti a convincere i Lord a non presentare più emendamenti.
Mentre si attende oggi il consenso di re Carlo III per trasformare il disegno legge in una vera e propria legge, il responsabile per i diritti umani del Consiglio d’Europa ha richiamato il Regno Unito sul rispettare le sentenze emesse dalla magistratura britannica:
Il governo del Regno Unito deve astenersi dall’espellere le persone in Ruanda e evitare l’attacco all’indipendenza della magistratura che questo disegno di legge costituisce.
Anche all’ONU il sentimento è simile, con l’alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti dell’uomo, Volker Türk, ed il responsabile per i rifugiati, il segretario dell’UNHCR Filippo Grandi, che hanno chiesto il rispetto delle norme internazionali a tutela dei diritti dell’uomo.