Alcune spese sostenute dal dentista è possibile recuperarle in sede di presentazione della dichiarazione dei redditi, beneficiando della detrazione fiscale.

Infatti, gli interventi volti al miglioramento della salute del paziente rientrano nelle spese dentistiche detraibili, con alcune esclusioni. La detrazione è volta non solo a sostenere coloro che sono costretti ad affrontare i costi legati alla propria salute orale, ma anche a promuovere l’accesso alle cure odontoiatriche.

Nel testo, vediamo quali sono gli interventi ammessi, quelli esclusi e come detrarre le spese.

Come funziona la detrazione spese dentista

Tra le spese sanitarie detraibili in sede di presentazione della dichiarazione dei redditi ci sono anche quelle dentistiche. La detrazione delle spese del dentista è pari al 19%, rispettando un apposito limite e superando la franchigia di 129,11 euro.

Se per alcuni cittadini sono previste agevolazioni fiscali, per altri la detrazione fiscale è l’unica via percorribile. Come vedremo, non tutti i costi sostenuti dal dentista possono essere portati in detrazione perché l’agevolazione interessa solo le spese di natura sanitaria.

Come si detraggono le spese? La normativa finanziaria introdotta dalla Legge di Bilancio 2020 ha stabilito che, dal 1° gennaio 2020, non è più consentito effettuare pagamenti in contanti per ottenere le detrazioni delle spese mediche e sanitarie. Sono incluse, naturalmente, anche quelle dentistiche.

Quindi, per beneficiare della detrazione è necessario che i pagamenti siano tracciabili, utilizzando carte di credito o debito, bonifici o altri strumenti di pagamento digitale.

Quali sono le spese dentistiche detraibili

Le spese dentistiche detraibili sono quelle che hanno come scopo il miglioramento della salute dei denti.

Vi rientrano anche le prestazioni odontoiatriche ed i cicli di cure mediche odontoiatriche, così come le spese sostenute dall’igienista dentale. Quest’ultimo caso, infatti, rientra nelle professioni tecnico-sanitarie, area tecnico – assistenziale, figure professionali elencate nel decreto del Ministero della sanità 29 marzo 2001.

Inoltre, sono detraibili anche le spese sostenute per l’acquisto di apparecchi di protesi dentaria e di prodotti per dentiere.

Quali spese dentistiche non sono detraibili

Le spese dentistiche che, invece, non hanno come obiettivo quello di migliorare la salute dei denti non sono ammesse alla detrazione.

Quindi, sono esclusi tutti i trattamenti estetici come, per esempio, lo sbiancamento dei denti. Per avere diritto alla detrazione Irpef del 19%, le spese devono essere esclusivamente di natura sanitaria.

Documentazione da conservare

Per avere accesso, in linea generale, alle detrazioni delle spese mediche e sanitarie, i contribuenti devono aver cura di conservare la documentazione attestante le stesse.

Di quali documenti si tratta? Il contribuente che intende fruire della detrazione deve controllare e conservare:

  • Ricevuta fiscale o fattura rilasciata dallo specialista;
  • Ricevuta relativa al ticket se la prestazione è resa nell’ambito del Servizio Sanitario Nazionale (SSN);
  • Se la prestazione non è resa da strutture pubbliche o private accreditate al SSN l’utilizzo di sistemi di pagamento “tracciabili” può essere attestato mediante l’annotazione in fattura, ricevuta fiscale o documento commerciale;
  • Ricevuta del versamento bancario o postale, ricevuta del pagamento effettuato tramite carta di debito o credito, estratto conto, copia bollettino postale o del MAV e dei pagamenti con PagoPA o con applicazioni via smartphone tramite Istituti di moneta elettronica autorizzati.

Il contribuente deve indicare gli estremi della fattura o della ricevuta del professionista, il numero e la data della stessa. Ai fini della detrazione, come già detto, è necessario essere in possesso di un documento che certifichi il corrispettivo del professionista che ha reso la prestazione sanitaria.

Quindi, la ricevuta o la fattura deve contenere i riferimenti alla figura professionale, se odontoiatra o igienista dentale, e la descrizione della prestazione sanitaria resa.