“Il mio sogno è essere allenatore. Ho odiato essere il volto della Roma”, così José Mourinho torna a parlare e a far parlare di sé dopo un periodo di silenzio che gli ha permesso di ricaricare le energie e di tornare a rilanciarsi: ora il portoghese ha voglia di rilanciarsi e di trovare un nuovo club.

Mourinho chiarisce le sue volontà e torna sulla Roma

Mourinho è chiaro, non ha alcuna intenzione di smettere proprio adesso e dopo aver archiviato la Roma pensa già al prossimo futuro in cui allenerà un nuovo club. Mai più qualcosa che vada oltre il ruolo di allenatore, però, queste le parole del portoghese dopo la scottatura con la società giallorossa.

José si è aperto al The Telegraph dove ha parlato a tutto tondo della sua carriera e delle sue esperienze passando, inevitabilmente, dall’ultima vissuta proprio con la Roma e che lo avrebbe definitivamente convinto a trovare un prossimo incarico solo da allenatore:

La descrizione del lavoro dei miei sogni è “head coach”. Questo è il mio sogno. Essere l’allenatore. Essere colui che lavora con la squadra, concentrato sullo sviluppo dei giocatori, sulla preparazione delle partite. Sfortunatamente, ho avuto delle situazioni in cui dovevo essere molto più di questo. Quando sei molto di più non sei un allenatore bravo come potresti essere. Il club mi ha messo in una posizione dove non voglio essere.

A proposito della Roma, dopo la finale di Europa League che abbiamo perso, e con le circostante in cui abbiamo perso, credete che fossi felice di essere il volto del club che è andato in conferenza stampa per parlare di quello che è accaduto? No, l’ho odiato. Datemi una struttura professionale in cui io sia solo l’allenatore perché questo è ciò in cui sono bravo. La gente dice che sono bravo a comunicare. Ma molte, molte volte dici una cosa sbagliata se comunichi tre o quattro volte a settimana. La struttura di un club spinge nella direzione sbagliata”.

Il portoghese, dopo aver chiarito la volontà di tornare il prima possibile ad allenare e a seguire una squadra da vicino ha anche sottolineato la necessità assoluta di circoscrivere il suo lavoro esclusivamente al campo.

Ne è di esempio la finale di Europa League persa dalla Roma in cui Mourinho ha dovuto metterci la faccia oltre che da allenatore anche da dirigente e da vero e proprio volto della società giallorossa. Evento che lo ha fortemente segnato e che non vorrebbe si ripetesse.

Il portoghese parla del suo futuro

Durante l’intervista Mourinho si conferma convinto di aver portato qualcosa di più unico che raro alla Roma, ottenendo due finali europee in sole due stagioni. Un traguardo che qualsiasi allenatore vorrebbe ottenere:

“Sono l’unico allenatore europeo ad aver giocato due finali negli ultimi due anni. Concentriamoci sul mio presente. Non sono così per aver vinto la Champions League 20 anni fa. Ma se vai dal 90% degli allenatori e chiedessi loro se vorrebbero giocare due finali europee in due anni consecutivi la maggior parte di loro risponderebbero di sì”.

Il portoghese, poi, torna a parlare del suo futuro e di quello che vorrebbe ottenere da qui ai prossimi anni della sua carriera, precisando di non avere alcun intenzione di smettere di allenare in questo momento e di avere tutta la voglia di proseguire ancora:

“L’unica cosa che voglio è che i traguardi e gli obiettivi vengano stabiliti da tutti in modo equo. Non posso andare in un club dove, per via della mia storia, l’obiettivo è vincere il titolo. Quello che sto dicendo è che le persone dovrebbero guardarmi nel modo in cui mi guardano gli altri.

Quello che è importante per me è che il club abbia degli obiettivi e che io possa dire che sono pronto a lottare per questi. E che siano almeno semi-realistici. Perché quando andai alla Roma nessuno sognava la finale di Europa League e noi ce l’abbiamo fatta. Non è possibile che vada in un club quasi retrocesso e l’obiettivo sia vincere la Champions League. Ho 61 anni e la gente pensa che voglia smettere a 65. Non è affatto così, ho ancora tantissima strada davanti a me“.