L’aborto è un diritto o un delitto?
Questa la domanda posta dall’inviato di Tag24, Thomas Cardinali, al Ministro della Salute, Orazio Schillaci, che, volendo fondamentalmente sfuggire alle polemiche esplose negli ultimi giorni a seguito dell’approvazione nel Decreto Pnrr dell’emendamento di FdI sulla presenza delle associazioni antiabortiste nei consultori e alle dichiarazioni della vicedirettrice del Tg1 Incoronata Boccia, ha risposto:
“Sono d’accordo con la presidente del Consiglio”.
Il ministro ha preferito non soffermarsi sulle polemiche intorno alla questione della tutela del diritto all’aborto nemmeno quando si è fatto cenno alla presenza delle associazioni antiabortiste nei consultori. Le dichiarazioni che ha rilasciato questa mattina ai giornalisti si sono concentrate solo sulla lotta ai tumori al seno e sulla situazione dei consultori.
Il Ministro Schillaci: “La sanità italiana a volte viaggia a due, se non a tre velocità”
Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, in occasione dell’iniziativa dedicata alla Giornata nazionale della salute della donna promossa dal suo Dicastero presso la Città del Cinema di Villa Borghese a Roma, non ha voluto esprimersi sulla polemica relativa alla tutela del diritto all’aborto. Polemica che negli ultimi giorni sta contrapponendo maggioranza e opposizione dopo l’approvazione dell’emendamento di Fdi sulla presenza delle associazioni pro-vita nei consultori, preferendo parlare solo di lotta ai tumori al seno e dell’efficacia dell’azione dei consultori.
Sul primo argomento, gli è stato fatto notare che, stando ai dati della Fondazione Veronesi, gli inviti al pap test in Italia raggiungono solo il 40% della popolazione femminile contro una media europea del 56. E che il tasso di risposta al Nord arriva al 63% mentre al Sud si ferma al 23%: a fronte di 56 mila diagnosi di tumore al seno del 2023, una situazione che ha fatto ammettere a Schillaci che “la sanità italiana a volte viaggia a due, se non a tre velocità”.
“Dopo la pandemia sono aumentate le adesioni per i controlli, anche se con differenze territoriali inaccettabili. Per questo, crediamo che servano strumenti più moderni per aumentarli. L’invito con la lettera per posta non basta: bisogna essere più insistenti. Magari, in accordo con le Regioni, utilizzando degli sms.”
ha dichiarato il ministro che, poi, ha aggiunto:
“Spesso ci si scontra anche con un problema di carattere culturale. Ma è un peccato non puntare sulla prevenzione perché in Italia abbiamo una rete di Breast unit (Centri di senologia multidisciplinari, ndr) all’avanguardia e una percentuale di sopravvivenza per questo tipo di tumore superiore alla media europea, come ha avuto modo di ribadire due settimane fa anche la commissaria europea alla salute Stella Kyriakides, per la quale l’Italia rimane un modello”.
Schillaci: “Consultori? Rafforzare e investire sul personale”
Per quanto riguarda il capitolo consultori, il ministro della Salute ha sottolineato la necessità di rafforzarli e investire sul personale.
In Italia ne restano aperti circa 18 mila dopo che, stando alla Rete che li rappresenta, uno su dieci è stato chiuso nell’ultimo decennio.
“Per rafforzarli dobbiamo investire sul personale. Il nostro Sistema nazionale Sanitario, dopo 45 anni, rimane un vanto della nazione, ma ha bisogno di un cambio di passo”.
conclude il ministro.