Ricorre oggi, 21 aprile, il venticinquesimo anniversario dalla morte del piccolo Stefano Pompeo, il ragazzino di 11 anni ucciso dalla mafia per errore. Il sindaco di Favara ha voluto esprimere il suo pensiero in ricordo dell’adolescente.
Stefano Pompeo vittima di mafia, sindaco di Favara: “Fuori la verità”
Il sindaco di Favara, Antonio Palumbo, ha voluto ricordare nuovamente la giovane vita di Stefano Pompeo, spezzata dalla mafia in un agguato. Dei killer aprirono il fuoco per uccidere un amico del padre, che si trovava alla guida dell’auto sulla quale viaggiava insieme al ragazzo. Non aveva neppure compiuto 12 anni.
Venticinque anni non sono bastati per onorare il piccolo Stefano Pompeo con la cosa che più di ogni altra gli si deve: il coraggio della verità. La verità sui mandanti di quell’agguato e sui responsabili di quei fatti che lo hanno strappato ad una vita che sarebbe potuta essere ricca, lunga, felice. Mi rivolgo a chi sa: se pensate di avere una dignità, e non l’avete, parlate. Non vi riscatterà per ciò che avete fatto, o per quello che avete nascosto, ma lo dovete a Stefano, ai suoi genitori, a tutti coloro che lo hanno amato. Lo dovete anche a questa città, perché non sia più associata all’omertà, alla mafia, alla morte
Un appello accorato, rivolto soprattutto a chi, ancora oggi, potrebbe sapere qualcosa e non ha mai parlato. Tacendo una verità su quel tragico giorno e su chi abbia preso parte al terribile agguato.
Sulla vicenda, però, i collaboratori di giustizia Maurizio Di Gati e Giuseppe Quaranta erano tornati a parlare. Il fascicolo, infatti, era stato riaperto alcuni anni fa, ma purtroppo le indagini non avevano portato a nulla.
Il post della zia in memoria di Stefano: “Voli libero nel cuore dei tuoi cari”
Una giornata particolare, oggi, non solo per i familiari di Stefano e per tutta la comunità di Favara, ma anche per tutti coloro che combattono ogni giorno contro la mafia. La zia dell’11enne vittima della criminalità organizzata ha, perciò, voluto condividere un post per omaggiare il nipote.
Un inno alla vita e un segno di rivalsa contro chi “spezza le ali” a quanti non vogliono arrendersi e abbassare la testa. Come, ad esempio, ha fatto “Padre Coraggio”, soprannome dato a Vincenzo Agostino, che per tutta la vita ha lottato per avere giustizia per l’assassinio del figlio Nino.
Nino Agostino, infatti, è un’altra vittima della mafia, ucciso a Palermo nell’agosto del 1989 insieme alla moglie incinta Ida Castelluccio. Due killer – tutt’ora ignoti – hanno raggiunto l’autovettura sulla quale viaggiavano i coniugi e hanno aperto il fuoco.
Proprio a Vincenzo Agostino è dedicato l’altro post di Laura Pompeo, zia di Stefano, che scrive “La verità è figlia del tempo“.