Pensione provvisoria per chi rientra in determinate categorie. Da quest’anno è disponibile l’uscita anticipata a 63 anni e 5 mesi di età con almeno 30 anni di versamenti contributivi. Non capita spesso di sentire parlare della pensione provvisoria, e più in generale dei trattamenti previdenziali accessibili a invalidi, caregiver, disoccupati e lavoratori gravosi.

Così come non capita frequentemente di prendere in considerazione un trattamento che dopo poco meno di 4 anni viene rivalutato e integrato al trattamento minimo. Vediamo insieme come funziona la pensione provvisoria.

Pensione provvisoria

Per il 2024, è stata confermata la pensione provvisoria accessibile a coloro che rientrano nelle categorie di maggior tutela, come ad esempio invalidi, caregiver, disoccupati e lavoratori gravosi. Si tratta di una prospettiva previdenziale che contiene almeno due aspetti, di cui uno con delle criticità da considerare prima di accedere al trattamento.

Il primo punto riguarda l’accesso a uno strumento a 63 anni e 5 mesi di età con almeno 30 anni di versamenti contributivi, una pensione provvisoria a carico dello Stato e distribuita dall’INPS.

Innanzitutto, non possono accedere al trattamento coloro che già godono di una pensione diretta sia in Italia che all’estero.

Il secondo punto riguarda le condizioni legate al trattamento pre-pensione. In primo luogo, viene riconosciuto un importo fino a 1.500 euro al mese.

Tuttavia, il trattamento non prevede il riconoscimento della tredicesima, della rivalutazione, dell’integrazione al minimo e della reversibilità fino al raggiungimento dell’età prevista per la pensione di vecchiaia.

Pertanto, fino al perfezionamento dei requisiti per l’accesso alla pensione anticipata o di un trattamento conseguito anticipatamente, il titolare della pensione provvisoria non potrà ottenere diversi diritti garantiti con il passaggio alla pensione ordinaria.

Quanti anni di contributi ci vogliono per andare in pensione a 63 anni e 5 mesi?

La pensione provvisoria, concepita come indennità APE Sociale, viene riconosciuta ai lavoratori iscritti all’Assicurazione Generale Obbligatoria dei lavoratori dipendenti, alle forme sostitutive ed esclusive della stessa, alle gestioni speciali dei lavoratori autonomi e alla Gestione Separata che si trovano in una delle seguenti condizioni, rappresentate in sintesi:

  • stato di disoccupazione: cessazione del rapporto di lavoro per licenziamento, anche collettivo, dimissioni per giusta causa o risoluzione consensuale, a patto che abbiano concluso integralmente la prestazione per la disoccupazione loro spettante. I disoccupati che rientrano nelle condizioni previste dalla legge per accedere al trattamento devono aver maturato almeno 30 anni di contributi;
  • caregiver: coloro che assistono da almeno sei mesi il coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità (ai sensi dell’articolo 3, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 104). Colui che si prende cura del familiare in situazione di disabilità grave e rientra nelle condizioni previste dall’attuale normativa per accedere al trattamento deve aver maturato 30 anni di contributi;
  • invalidità civile: coloro a cui è stata certificata una riduzione della capacità lavorativa superiore o uguale al 74%. A tale requisito si aggiunge un’anzianità contributiva di almeno 30 anni;
  • lavoratori gravosi: che hanno maturato almeno 36 anni di contributi e che abbiano svolto l’attività gravosa per almeno sette anni negli ultimi dieci, oppure almeno sei anni negli ultimi sette. L’elenco delle professioni gravose è contenuto nell’allegato 3 della legge 234/2021.

Per le lavoratrici madri viene applicato un abbattimento sul requisito contributivo di un anno per ogni figlio, fino a un massimo di due anni.

Quando presentare la domanda per la pensione provvisoria?

 Chiarito che si tratta di una pensione provvisoria garantita dallo Stato italiano, considerate le criticità legate al trattamento descritte nel secondo paragrafo, coloro che soddisfano i requisiti entro il 31 dicembre 2024 possono presentare la prima domanda per la verifica dei requisiti entro il 15 luglio 2024 e, comunque, non oltre il 30 novembre 2024.