Un eroe che non va dimenticato, una storia da raccontare. La sua vicenda tocca il cuore di tutti coloro che credono e si battono nella lotta contro la mafia, senza soste, senza filtri. Nino Agostino, l’agente di polizia del commissariato San Lorenzo di Palermo che ha impegnato e sacrificato la sua vita contro la criminalità organizzata, con il tempo è diventato simbolo e punto di riferimento per gli altri colleghi che ancora lo ricordano, oggi, a distanza di 35 anni dalla sua morte per mano di Cosa nostra.
Chi era Nino Agostino? Il poliziotto di Palermo morto nel 1989
Nino lavorava attivamente a Palermo ed era membro di un gruppo pronto a collaborare con i Servizi segreti con l’intento di catturare i latitanti mafiosi. Un ruolo questo che, purtroppo, lo ha presto reso obiettivo nel mirino della criminalità organizzata.
Nino Agostino, ucciso dalla mafia con la moglie incinta, Ida Castelluccio: la tragedia
Un attacco mortale, improvviso e una famiglia straziata dal dolore nella città di Palermo. Era il 5 agosto del 1989 quando Nino stava andando con sua moglie, Ida, a Villagrazia di Carini per poter festeggiare il compleanno della sorella di Ida e annunciare la notizia della sua gravidanza.
Mentre erano in viaggio, è stata una motocicletta con due individui ignoti ad avvicinarsi pericolosamente alla vettura con a bordo entrambi i coniugi.
Hanno sparato e ucciso Nino al primo colpo. Il poliziotto si era esposto per proteggere Ida, ma neanche per questa non c’è stato nulla da fare: è morta poco dopo l’arrivo in ospedale.
La lotta di Vincenzo Agostino, “padre coraggio”
Dolore, vuoto, perdita, ma anche tanto amore da parte del padre di Nino.
Vincenzo Agostino non si è mai piegato al silenzio. Ha deciso di dedicare l’intera vita alla lotta per la giustizia dopo la morte del figlio.
Decenni di ostacoli, disperazione e promesse per un papà che presto è stato soprannominato “padre coraggio” a Palermo, per la sua determinazione e l’intraprendenza dimostrata fino alla morte a 87 anni.
La sua barba bianca, simbolo di determinazione, è stata un tratto caratteristico per l’intera comunità anti-mafia palermitana e ha incontrato istituzioni, esponenti politici, agenti in lotta continua con Cosa nostra. Vincenzo aveva promesso di non tagliare la barba fino alla completa scoperta della verità sulla morte di suo figlio e della nuora. Anche dopo la sua scomparsa, quel segno sul suo volto è rimasto.
Una giustizia che arriva tardi per la morte di Nino Agostino
Anni di ricerche, indagini, incessanti processi che hanno mostrato uno spiraglio di luce nel 2021. Questo l’anno in cui uno dei presunti mandanti dell’omicidio, il boss di Resuttana Nino Madonia, è stato condannato all’ergastolo. Complice della riuscita, anche l’impegno incessante di Vincenzo Agostino e della sua famiglia per la ricerca della verità.
Un leggero sollievo, certo, che comunque non ha posto fine alla battaglia. Altri imputati, ancora sotto processo, sono passati sulla soglia della giustizia e si cerca ancora, seguendo l’ombra del lutto profondo, di fare luce sulla rete dei responsabili della tragedia.