Durante la conferenza Token2049, in corso di svolgimento a Dubai, il fondatore di Polkadot, Gavin Wood, ha presentato l’ultimo aggiornamento della piattaforma. Si tratta di JAM, un passo che nelle intenzioni dell’azienda segna un importante progresso per la piattaforma.

JAM è l’acronimo di Join Accumulate Machine e la sua implementazione è spiegata nei dettagli dal nuovo Gray Paper. In pratica, la proposta di modifica prevede la sostituzione della catena di collegamento con una nuova struttura in grado di risultare più modulare e snella. Con il risultato di un aumento complessivo non solo dell’efficacia, ma anche della stabilità di rete.

Polkadot, è alle porte l’aggiornamento JAM: di cosa si tratta?

A cosa serve JAM? Il suo obiettivo principale è rappresentato dalla fornitura di una solida base per le parachain, in modo da andare a supportare sia quelle esistenti che quelle nuove le quali utilizzano Substrate, un framework estremamente popolare utilizzato per costruire le blockchain.

Con questo aggiornamento, gli sviluppatori avranno la possibilità di dare luogo ad una rilevante espansione delle proprie capacità. Un vantaggio su cui potranno contare senza alcuna necessità di trovarsi di fronte a eventuali limitazioni di codice o in termini di capacità di stato. Cui si aggiunge l’opportunità di aggiungere depositi in DOT al fine una ulteriore espansione delle funzionalità disponibili.

A corredo dell’aggiornamento sarà varato anche un cambiamento tecnologico di notevole rilievo, con la sostituzione di WebAssembly con RISC-V ISA, ovvero con un’architettura open source, la quale è in grado di riflettere eventuali progressi nella personalizzazione del processore.

E, ancora, sarà implementato SAFROLE, un algoritmo di nuova concezione dedicato alla produzione di blocchi. Basato su SNARK, si propone come obiettivo finale l’ottimizzazione delle prestazioni e della scalabilità della catena.

Le dichiarazioni di Gavin Wood sull’evoluzione di Polkadot

L’aggiornamento JAM è visto all’interno di Polkadot alla stregua di un passo decisivo in direzione dell’auspicata decentralizzazione. È stato lo stesso Gavin Wood ad affermare l’intenzione di fornire un supporto per più implementazioni client, da ottenere mediante la diversificazione dello sviluppo spalmandolo sul maggior numero possibile di linguaggi di programmazione.

Le sue dichiarazioni al proposito sono state molto chiare: “Crediamo che supportare una serie di implementazioni in diversi linguaggi di programmazione rafforzerà le basi dell’ecosistema. Distribuisce il potere degli implementatori del protocollo in modo più ampio e riduce il rischio che un bug in un’implementazione blocchi l’intera rete”.

Nel preciso intento di promuovere tale visione, l’azienda ha anche varato un premio, il JAM Implementer Award. Al suo interno sono previste ricompense per 10 milioni di dollari, tesi ad una promozione dello sviluppo all’interno del nuovo paradigma collegato a JAM.

Il premio in questione rappresenta solo l’ultimo passo all’interno di una serie di iniziative promozionali che sono state introdotte nel preciso intento di rendere sempre più popolato l’ecosistema di Polkadot e conseguire livelli tecnologici sempre più elevati. Tra di esse occorre ricordare in particolare l’introduzione della tesoreria on-chain e dei Decentralized Futures.

Il momento positivo del progetto

Join Accumulate Machine dovrà passare prima attraverso la ratifica del meccanismo di governance on-chain di Polkadot, che sembra a questo punto scontata. Una volta avviato il percorso per la sua implementazione potrà rappresentare un fattore di crescita non indifferente.

Una crescita che sembra comunque già in atto. All’inizio del mese, infatti, DOT ha raggiunto i 600mila indirizzi unici. Un dato il quale in apparenza sembra di scarso significato, ma che tale non è, all’atto pratico. Dimostra infatti una crescita di interesse dell’ecosfera nei confronti del progetto. Favorita da caratteristiche come le robuste dosi di interoperabilità e l’architettura multi-catena. Caratteristiche le quali hanno suscitato l’attenzione sia degli investitori che degli sviluppatori.

Da sottolineare in tal senso anche la decisa virata di Polkadot verso la decentralizzazione. Decisiva in tal senso l’adozione di OpenGov, sistema in cui la comunità assume il controllo delle operazioni senza alcuna necessità di autorizzazioni. Le sue conseguenze sono state spiegate a Forbes da Giotto De Filippi: “Siamo passati da un marketing praticamente nullo qualche mese fa, all’assunzione di alcuni dei migliori influencer, il tutto in modo completamente trasparente e decentralizzato.”.