Una madre farebbe di tutto per il proprio figlio, verosimilmente portargli anche della droga mentre è detenuto in carcere.

Questo è quanto accaduto all’interno della casa circondariale di Bellizzi Irpino, a pochi minuti da Avellino, negli ultimi mesi teatro di numerosi episodi di violenza tra carcerati, rivolte e potenziale spaccio di sostanze stupefacenti all’interno della struttura.

Avellino, consegna droga al figlio durante il colloquio in carcere: cosa è successo

La donna, durante un colloquio con il figlio, avrebbe inserito diversi grammi di hashish nelle parti intime del giovane, anche se non è nota la motivazione: se per uso personale o per un potenziale spaccio.

La polizia penitenziaria ha provveduto all’arresto della madre, nell’attesa di decretare l’eventuale condanna.

Risale a pochi mesi fa, l’incarcerazione di un medico del penitenziario di Avellino, accusato di aver portato all’interno nel reclusorio un ingente numero di droghe e mini cellulari da consegnare ad alcuni detenuti.

La segretaria del Sindacato Autonomo di Polizia Penitenziaria: “Battaglia quotidiana con lo spaccio di sostanze in carcere”

Tiziana Guacci, la segretaria del Sindacato Autonomo di Polizia Penitenziaria, ha spiegato all’interno di un comunicato stampa che questi episodi, non sono per niente rari, ma ormai quasi a cadenza quotidiana.

Al momento, le carceri vertono in una situazione piuttosto drammatica, in quanto è diminuito drasticamente il numero di guardie e personale penitenziario, una carenza di ben 83 unità in meno rispetto ai poliziotti previsti, insieme al grave sovraffollamento.

Come evidenziato in un’intervista di Tag24 al dottor Massimo Barra, molte delle persone detenute vengono arrestate con problemi pregressi di dipendenza dalle droghe.

I malesseri non curati, si aggravano ulteriormente e portano i reclusi, già fortemente preda di disagio psicologico e fisico a dover chiedere aiuti illeciti dall’esterno, aggravando, ulteriormente, la loro già precaria situazione.