Ritrovato Buono fruttifero postale del 1987: ecco quanto vale oggi. Ecco la storia di una signora centenaria che ha ritrovato un vecchio titolo fruttifero.

Può capitare di ritrovare tra i ricordi della propria famiglia oggetti preziosi, monete e anche buoni fruttiferi postali. Da sempre i buoni fruttiferi postali rappresentano un’interessante soluzione di investimento per i risparmiatori italiani. Il caso di cui vogliamo parlare in questa guida riguarda quello di una signora ultracentenaria, che ha ritrovato tra le scartoffie un buono fruttifero postale sottoscritto in data 19 maggio 1987 per un valore di 25 milioni di lire. 

Purtroppo, il titolo fruttifero è caduto nel dimenticatoio, ma l’anziana signora non si perde d’animo e decide di rivolgersi all’ufficio postale. Peccato che Poste Italiane le risponde che il buono fruttifero del 1987 è caduto in prescrizione. Quanto potrebbe valere il buono fruttifero? È davvero caduto in prescrizione e non più riscuotibile? Scopriamolo.

Ritrovato Buono fruttifero postale del 1987: ecco quanto vale oggi

Gli italiani sono sempre stati dei grandi risparmiatori in grado di accumulare ingenti ricchezze sotto i materassi. Non solo il mattone, ma gli italiani hanno preferito investire anche sui buoni fruttiferi offerti da Poste Italiane SpA. Nel corso degli ultimi anni abbiamo assistito a tantissimi casi di ritrovamento dei buoni fruttiferi postali dimenticati all’interno di qualche cassetto o di qualche cassapanca insieme a monete rare e preziose.

Tra i numerosi ritrovamenti è saltata recentemente all’occhio la vicenda che vede come protagonista principale una signora di 110 anni. Eh sì, avete capito proprio bene, si tratta di una signora ultracentenaria, Anna, nativa della provincia di Chieti, ma da anni residente nella Capitale. L’anziana signora ha rinvenuto all’interno di una scatola un titolo fruttifero postale per 25 milioni di lire, oggi quasi 13mila euro.

Il buono è stato sottoscritto in data 19 maggio 1987 e, secondo i calcoli, il buono avrebbe un calore pari a 195.000 euro. Anna si è presentata in un ufficio postale per richiedere la riscossione, ma Poste Italiane ha risposto che il buono è caduto in prescrizione. Inoltre, dal computo il valore del buono fruttifero postale oggi non sarebbe pari a 195mila euro, ma si fermerebbe a 110.000 euro.

La signora non convinta della risposta data dall’ufficio postale ha deciso di rivolgersi all’Associazione in difesa dei consumatori Giustitalia, che ha assistito tantissimi risparmiatori italiani che hanno ritrovato i buoni fruttiferi postali all’interno di qualche cassetto.

Buono fruttifero postale del 1987: serie Q ed interessi

Il buono fruttifero postale del 1987 ritrovato dalla signora Anna appartiene alla serie Q, che riconosceva questi interessi:

  • 8 punti percentuali per i primi 5 anni,
  • 9 punti percentuali dal sesto al decimo anno,
  • oltre 10 punti percentuali dall’undicesimo anno al 15esimo anno,
  • 12 punti percentuali dal sedicesimo anno in poi.

Tale serie è oggetto di contestazioni legali tra il gruppo postale ed i detentori dei titoli. Sulla serie Q è apposto un timbro: gli interessi smettono di maturare dopo il 20esimo anno. Nella maggior parte dei casi i Giudici hanno dato ragione ai risparmiatori italiani, condannando il gruppo postale a rimborsare gli interessi e le spese legali.

Per quanto concerne il calcolo dell’imposta, essa viene computata già in sede di investimento: il gruppo postale computa gli interessi come se pagasse l’imposta di 12,5 punti percentuali annualmente. Il pagamento degli interessi avviene in fase di rimborso del titolo fruttifero postale. Nel caso in cui si investisse mille euro al tasso di otto punti percentuali per 5 anni, alla scadenza del titolo si avrà maturato un ammontare di interessi al lordo pari a 470 euro, ovvero 410 euro al netto.

Ritrovato Buono fruttifero postale del 1987: è realmente prescritto?

Oltre alla problematica inerente il computo degli interessi, altra questione oggetto di interesse riguarda il fatto se il buono sia caduto o meno in prescrizione. I titoli sottoscritti fino al 27 dicembre 2000, il termine prescrizionale scatta dopo 10 anni dalla data di scadenza. Nel caso della signora Anna, il buono fruttifero postale è scaduto nel 2017 e c’è tempo fino al 2027 per vedersi rimborsato il capitale e gli interessi.

Con la scadenza naturale del buono fruttifero gli interessi hanno smesso di maturare. L’Associazione Giustitalia presenterà ricorso in base all’articolo 2935 del Codice Civile (“Decorrenza della prescrizione”). La prescrizione di un diritto decorre dalla data in cui può essere fatto valere.