Kraken ha di recente lanciato il suo cryto wallet autocustodial, suscitando una notevole curiosità. Alla quale si è però aggiunto il malumore dei sostenitori di Cardano. Per la “criptovaluta dei professori”, come è nota nell’ambiente ADA, infatti, non è stato previsto alcun supporto.

Una mancanza la quale ha destato sorpresa e, soprattutto, preoccupazione, poiché potrebbe avere notevoli ripercussioni sul futuro del token, e sulla sua integrazione tecnologica. Un pericolo di non poco conto, in un momento cruciale come l’attuale, per i protocolli dedicati alla finanza decentralizzata.

Cardano escluso dal wallet di Kraken: cosa sta accadendo

Il nuovo Kraken Wallet è stato lanciato sul mercato con una missione ben definita: garantire agli utenti la possibilità di utilizzare un’interfaccia semplice e sicura per poter gestire al meglio le proprie risorse crittografiche.

Tra le blockchain supportate, compaiono naturalmente le principali, a partire da Bitcoin, Ethereum e Solana. Sin qui nulla di sorprendente. Lo stupore di una parte della comunità crypto è stata però sollevata da un’assenza di rilievo, quella di Cardano, ovvero una delle principali criptovalute per capitalizzazione di mercato, considerato il decimo posto detenuto all’interno della classifica di CoinMarketCap. Un’assenza la quale ha sollevato non pochi interrogativi sui criteri con cui è stata operata la scelta degli asset supportati dalla piattaforma.

Il primo a esprimere il suo disappunto è stato l’influencer e noto sostenitore di Cardano ADA Whale. Proprio lui si è incaricato di dichiarare al proposito: “Resta un mistero per me come una rete come Cardano continui a mancare di integrazioni infrastrutturali di base”. Per poi rilanciare ponendo una precisa domanda sul rapporto tra Kraken e comunità raccolta intorno a Cardano: “Qual è il tuo problema con noi?”

Più sfumata e problematica la posizione assunta da Rick McCracken, operatore della staking pool di Cardano. Secondo lui, infatti, la mancanza di integrazione potrebbe essere collegata non tanto all’intenzione di Kraken di escludere ADA, quanto a problemi connessi con la divulgazione e il coinvolgimento delle parti interessate. Per poi aggiungere che il problema potrebbe essere risolto con il lancio di Voltaire, il nuovo modello di autogoverno di Cardano. Con la sua implementazione, la responsabilità delle possibili integrazioni potrebbe infatti essere assegnata alla comunità.

Un periodo non esaltante, per Cardano

Sin qui, abbiamo visto la discussione e il malumore che la decisione di Kraken ha sollevato tra i fans di Cardano. Per quanto riguarda la piattaforma di scambio, al momento non ha lasciato trapelare commenti sulla questione. Considerate le reazioni suscitate, non è escluso però che possa farlo nel corso dei prossimi giorni.

Occorre comunque sottolineare come tale decisione potrebbe ripercuotersi in maniera rilevante sul futuro di ADA. In particolare, potrebbe implicare ricadute negative in termini di immagine, spingendo i trader verso altre soluzioni. Soprattutto considerato come nel settore della finanza decentralizzata, cui si rivolge Cardano, la concorrenza sia sempre più forte, con un gran numero di soluzioni le quali si propongono di sfidare i giganti del settore.

Anche perché questa esclusione arriva in un momento non felicissimo per il progetto di Charles Hoskinson. Proprio di recente, infatti, il token è stato indicato alla stregua di uno zombie da Forbes. Mentre il suo fondatore è stato attaccato per lo stile di vita e la scarsa attendibilità dei titoli di studio vantati.

La consolazione, in questo caso, è che Cardano è stato immesso in un calderone che comprende molte altre criptovalute di rilievo, come Ripple, Tezos, Algorand, Monero e Litecoin. Se non è uno zombie, come indicato nell’articolo di Forbes, ADA rischia però molto per decisioni come quella di Kraken, da cui potrebbe conseguirne in futuro la pratica irrilevanza. Un pericolo il quale, non a caso, è stato avvertito dai suoi sostenitori.