“Uno che mordeva le caviglie”, si parlava così di Luigi Garzya durante i suoi trascorsi alla Roma. Dal 1991 al 1994, tre anni di giallorosso per un totale di 77 presenze dove non ha mai mollato un centimetro. Il rapporto con la tifoseria è rimasto intatto, profondo, come quello di De Rossi. L’attuale tecnico della Roma è la lieta novella di un gruppo “precedentemente apatico“, secondo Garzya, ma che adesso ha trovato il suo centro di gravita permanente.
Lo dimostrano le prestazioni, la grinta, la voglia di poter avere voce in capitolo fino all’ultimo. Tutto per raggiungere la seconda finale di Europa League consecutiva. “E con un Abraham in più”, sottolinea Luigi Garzya, che in esclusiva a Tag24 ha analizzato il momento della Roma.
La Roma non si ferma, le parole di Luigi Garzya a Tag24
C’era qualche dubbio in merito l’arrivo di Daniele De Rossi. Una sola esperienza, con la Spal, e nulla più. Un azzardo rivelatosi azzeccato, la Roma è trasformate nel segno dell’ex centrocampista per Luigi Garzya.
D: Questa cura De Rossi è una piacevole conferma. Se lo aspettava?
R: Al 99% no. Nel senso, per valutare una persona bisogna sempre vederla all’opera; De Rossi lo abbiamo visto solo alla Spal dove non è andata benissimo. Sta di fatto che alla Roma il suo lavoro è egregio, nel segno di quel carattere che lo ha sempre contraddistinto. E’ un top.
D: E’ cambiato proprio l’atteggiamento.
R: Sembra un’altra squadra. La cosa assurda è che con Mourinho, un tecnico che ovviamente non si discute per quello che ha vinto, sembrava una squadra chiusa in un recinto, incapace di correre. Giocatori come Paredes, che all’inizio non riusciva a lasciare il segno, adesso riesce ad essere un punto di riferimento. De Rossi ha lavorato sulla testa dei giocatori.
D: Una Roma tornata grande grazie a De Rossi?
R: A questo punto bisogna dire di sì, il cambiamento è arrivato con lui. Prima era una squadra apatica, contratta, che non ti dava la sensazione di aggredire l’avversario, i risultati arrivavano con le giocate dei singoli, mentre adesso è squadra. Tutti si sentono devoti alla causa, e poi Daniele è una persona empatica. Dico questo: quando entra negli spogliatoi un allenatore, i giocatori ci mettono 30 secondi per capire se è capace oppure no. La sua forza è stata questa, a prescindere dal fatto di essere stato una bandiera, lui ha portato idee che stanno funzionando. In questo momento la squadra si butterebbe nel pozzo per lui.
Tra Europa League, Abraham e Udinese
Ormai non ci si nasconde, nel mirino c’è la finale di Europa League. Un obiettivo raggiungibile, secondo Luigi Garzya, grazie ad un’arma in più: Tammy Abraham. Garzya ha anche detto la sua in merito al mancato spostamento del match contro l’Udinese a maggio.
D: Dopo la vittoria contro il Milan, è una Roma che può raggiungere la finale di Europa League?
R: Dopo aver visto le immagini dello staff del Bayer Leverkusen che esultava del passaggio della Roma..
D: Sarà per la voglia di rivincita, come ha detto De Rossi.
R: Non lo so. Poi spero che per la legge dei grandi numeri arrivino a perderla una partita (ride). Ovviamente parliamo di una squadra che non si discute: sono fortissimi, tosti, davanti sono rapidi, non è una sorpresa, è una grande realtà. Ma giocare all’Olimpico non è facile per nessuno, anche perchè la squadra ha un’arma in più, ed è Abraham. Potrebbe addirittura giocare insieme a Lukaku, e da ex difensore dico che non dormirei sonni tranquilli.
D: Le ha dato fastidio il fatto che la Lega non sia andata incontro alla richiesta della società di spostare a maggio il match con l’Udinese?
R: Non è tanto la partita in se per se, ma il viaggio. Si sarebbe potuto fare qualcosa di più, gli ultimi minuti contro l’Udinese si potevano recuperare anche a fine campionato. Ma decidono in questo modo, evidentemente non avevano trovato altre date. Poi è chiaro che per giocare quegli ultimi venti minuti c’è di mezzo un altro tipo di preparazione.
D: Lukaku non sta facendo male, ma continua a non segnare. Perchè?
R: Se non segni e giochi male è un conto, ma se invece sei utile alla squadra pur non segnando, non rinuncio a te. Lukaku è fondamentale, tiene alta la squadra, lotta. Magari ora si può far riposare visto che è tornato Abraham, ma i gol di Romelu torneranno, non mi preoccuperei più di tanto.