Migliaia di persone sono scese in strada oggi, 20 aprile 2024, per protestare contro il turismo di massa alle Isole Canarie. Secondo i manifestanti, il modello turistico rende la vita inaccessibile e mette a dura prova le risorse dell’arcipelago atlantico.

Le proteste alle Isole Canarie contro il turismo di massa

I manifestanti sono scesi nelle principali strade di tutte e sette le isole con lo slogan “Le Isole Canarie hanno un limite”. Queste proteste sono supportate da gruppi ambientalisti, tra cui Greenpeace e WWF. Gli organizzatori sostengono che il turismo di massa perpetui un modello economico dannoso per i residenti locali e chiedono alle autorità di limitare il flusso turistico.

Secondo gli organizzatori, circa 50mila persone hanno partecipato alle proteste per chiedere un limite al numero di turisti alle Isole Canarie. Tuttavia, le forze dell’ordine riportano un numero di 20mila manifestanti. Inoltre, i media hanno riferito che i manifestanti si sono radunati anche a Madrid e Barcellona per esprimere solidarietà alle proteste nelle Isole Canarie.

Prima del drastico calo nel settore del turismo causato dalla pandemia, erano già in atto movimenti contro il turismo di massa in diverse città come Barcellona e Venezia. Nel tentativo di gestire il turismo di massa, a partire dal 25 aprile, è richiesto il pagamento di 5 euro per entrare a Venezia nei giorni di grande affluenza turistica. Nel periodo post-pandemico, le proteste anti-turismo sono aumentate in tutta la Spagna.

Il settore del turismo in Spagna

Il turismo rappresenta una parte significativa dell‘economia nazionale e regionale. I manifestanti chiedono una riforma del modello turistico verso uno più sostenibile, sospendendo i megaprogetti e adottando un approccio che rispetti maggiormente le risorse naturali.

La Spagna è il secondo paese più visitato al mondo e il turismo rappresenta il 12,8 per cento dell’economia spagnola. Circa quattro residenti su dieci lavorano nel settore turistico, che rappresenta il 36 per cento del PIL delle isole.