Quale indennizzo nel 2024 per il congedo parentale? L’Inps ha fornito le indicazioni della misura per l’anno in corso, stabilendo il pagamento a favore dei genitori per l’astensione dal lavoro. Si prevede una maggiorazione che, nel 2024, è arrivata all’80%. Inoltre, entro il 31 luglio si procedere alla regolarizzazione degli eventi del primo trimestre di quest’anno.

Le indicazioni sono contenute nella circolare dell’Istituto di previdenza numero 57 del 18 aprile 2024. In base alla comunicazione dell’Inps, ecco come si può fruire dell’indennizzo per un mese di congedo, per l’ulteriore mese di fruizione, e per i casi di sette mesi e due mesi.

Congedo parentale, ecco qual è l’indennizzo nel 2024

L’Inps è intervenuto per fissare le condizioni e quantificare l’indennizzo spettante alle famiglie nel 2024 per il congedo parentale. La novità di quest’anno è la modifica del trattamento economico che spetta per l’astensione dal lavoro. Tale astensione è riconosciuta alla madre al termine del congedo di maternità, e al padre alla nascita del figlio o dopo l’eventuale fruizione del congedo di paternità alternativo.

Peraltro, quest’ultima misura spetta se la madre non fruisce del congedo di maternità nei casi di grave infermità o morte. Il diritto a utilizzare del congedo può essere fatto valere fino all’età di 12 anni del figlio ed è accessibile anche nelle situazioni di affidamento e adozione.

Congedo parentale indennizzo 2024, quando si applica la maggiorazione dell’80%

Ecco come è indennizzato dall’Inps il congedo parentale del 2024: la misura è più ricca quest’anno per effetto dell’importo, pari all’80 per cento della retribuzione, spettante se fruito nei primi sei anni dalla nascita del figlio o entro sei anni dall’entrata in famiglia del figlio per i casi di affidamento dei minori o di adozione.

Tra le novità arrivate quest’anno, figura la percentuale del 60% da applicare nel 2025 – limitatamente al 2024 si prevede ancora l’80% – su un’altra e ulteriore mensilità, dopo la prima. Tale percentuale spetta, come la prima, nei casi di fruizione entro i sei anni del figlio o entro sei anni dall’ingresso in famiglia o dall’affidamento.

I successivi mesi di congedo parentale, da fruire entro i 12 anni di età del figlio, sono indennizzati al 30% della retribuzione, fino al raggiungimento del limite di nove mesi (compresi il primo mese all’80% e il secondo mese all’80% del 2024 o al 60% del 2025).

Esempio di applicazione della misura

Per poter ottenere il congedo parentale dell’80% è necessario che padre e madre non abbiano fruito per intero di congedi entro il 31 dicembre 2023. Si tratta del congedo di maternità, del congedo di paternità alternativo o del congedo obbligatorio di paternità, pari a dieci giornate di lavoro (o a 20 per parti plurimi).

Per esempio, se la madre ha terminato il congedo di maternità ma il padre ha ancora a disposizione un giorno di congedo parentale obbligatorio entro la fine del 2023, si può fruire di un ulteriore mese di congedo con indennizzo pari all’80 per cento.

Tuttavia, per i figli nati in data dal 1° gennaio 2024, il congedo parentale all’80% di quest’anno e del 60% del prossimo anno spettano indipendentemente dall’utilizzo del congedo di paternità o di maternità. La condizione essenziale, in questo caso, è l’avere un rapporto di lavoro alle dipendenze in vigore al momento dell’utilizzo del congedo stesso.

Quant’è indennizzato nei mesi successivi?

Nella circolare numero 57 del 2024, l’Istituto di previdenza spiega che il congedo parentale riduce la propria percentuale di copertura rispetto alla retribuzione per i 7 mesi susseguenti ai primi due, indennizzati al 30 per cento, a prescindere dalla situazione reddituale. I rimanenti due mesi sono indennizzati al 30 per cento, a condizione di reddito del lavoratore.

Qui le indicazioni del congedo parentale per i dipendenti del pubblico impiego con la maggiorazione del 100%.