Chi è Giovanni Motisi? La Polizia di Stato ha diffuso un identikit aggiornato del latitante di cui si sono perse le tracce dal 1998.
Gli agenti di Polizia del Servizio centrale operativo e della Squadra mobile di Palermo non hanno mai interrotto le indagini, senza tuttavia ottenere nuovi indizi che potessero far individuare quello che è considerato l’ultimo grande latitante protagonista della fase stragista di Cosa Nostra.
La diffusione delle nuove informazioni ha proprio lo scopo di coinvolgere la popolazione nelle sue ricerche. Chi infatti notasse una persona corrispondente alla figura mostrata potrà contattare le autorità e dare un aiuto fondamentale nel rintracciare il criminale.
L’identikit è stato sviluppato partendo dalle ultime fotografie che ritenevano pubblicamente Giovanni Motisi tra gli anni ’80 e primi anni ’90.
Da quel momento le autorità non sono più riuscite ad entrare in possesso di una immagine recente del latitante.
Si sono perciò rivolti alla tecnologia e nello specifico alla tecnica dell’age progression, già usata per casi simili come l’identikit che ha permesso di individuare Matteo Messina Denaro.
Si tratta di un processo informatico che modifica ed elabora la fisionomia di una persona invecchiandone i tratti somatici e le caratteristiche più rilevanti. Il software riesce così a mostrare un’immagine sufficientemente attendibile di come apparirebbe oggi quella determinata persona.
Chi è Giovanni Motisi: il suo ruolo in Cosa Nostra
Giovanni Motisi è nato a Palermo il 1° gennaio 1959 e oggi avrebbe dunque 65 anni compiuti.
Il Ministero dell’Interno lo ha posizionato al primo posto dell’elenco dei latitanti di massima pericolosità. Giovanni Motisi, già a capo del clan Motisi, è infatti ritenuto il nuovo capo assoluto di Cosa Nostra dopo l’arresto e la morte di Matteo Messina Denaro.
Le attività mafiose di Giovanni Motisi sono state confermate da alcuni membri pentiti di Cosa Nostra.
Dalle parole di Angelo Casano emerge come Motisi, già reggente del mandamento Pagliarelli, si fosse sostituito temporaneamente al boss Nino Rotolo, colpito da provvedimento di arresto domiciliare.
Poco dopo subentrò allo zio, Matteo, quale capo del clan Montisi.
Dalle dichiarazioni di Calogero Ganci che oggi collabora con la giustizia, Totò Riina scelse proprio Giovanni Motisi come suo killer di fiducia. Avrebbe poi preso parte attiva nel piano che ha portato all’omicidio il 3 settembre 1982 del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa.
Montisi sarebbe stato coinvolto fin dalla prima riunione per decidere di uccidere il generale, al pari di esponenti di spicco della malavita come Antonino Madonia, Raffaele Ganci, Francesco Paolo Anzelmo, Giuseppe Giacomo Gambino, Pino Greco, Vincenzo Galatolo, Antonino Rotolo e Giuseppe Lucchese.
Le indagini delle autorità antimafia hanno poi portato a credere che Motisi si fosse affiliato all’ala moderata di Cosa Nostra guidata da Bernardo Provenzano.
Perché è ricercato?
Dal 1998 Motisi risulta latitante. È ricercato su scala internazionale per molteplici omicidi e dal 2016 l’Europol ha promosso una vera caccia all’uomo dopo che il suo nome è entrato nella lista dei criminali più pericolosi di Europa.
Montisi è ritenuto tra i responsabili dell’omicidio del commissario Giuseppe Montana, ucciso il 28 luglio 1985 e per tale motivo è stato condannato alla pena di carcere a vita. Cosa Nostra infatti decise di eliminare il commissario che ebbe un ruolo determinante nella lotta tra lo Stato e la Mafia, con l’istituzione di un gruppo di investigatori che a tempo pieno raccogliesse informazioni sulla malavita siciliana.
Oltre al reato di omicidio, Giovanni Montisi è stato condannato nel 2001 per associazione di tipo mafioso e nel 2002 per strage.
Le autorità non sono però ancora riuscite a trovarlo e fargli scontare le pene inflitte. Per più di 25 anni risulta introvabile sia in Italia che all’estero. Le uniche informazioni in questo lasso di tempo riguardano una pista, mai del tutto confermata, che lo collocasse in Francia forse in contatto con qualche esponente di Cosa Nostra espatriato in terra d’oltralpe.
Oggi Giovanni Motisi è ritenuto il componente più influente e potente della Mafia. Gli esperti pensano infatti che sia stato lui a raccogliere l’eredità di Matteo Messina Denaro e diventare il nuovo boss dei boss.