La notizia era nell’aria da diversi mesi, con il Partito Democratico che aveva inizialmente considerato la possibilità di candidare Ilaria Salis alle imminenti elezioni europee di giugno. Tuttavia, l’insegnante aveva espresso forti esitazioni nel presentarsi come candidata con il Pd. Ora, è ufficiale: Salis si candida con Alleanza Verdi Sinistra.

Ilaria Salis è rinchiusa in un carcere ungherese da 13 mesi, con l’accusa di aver aggredito e causato lesioni a militanti di estrema destra durante un raduno a Budapest. Da mesi, la famiglia di Ilaria denuncia le gravi violazioni dei diritti umani presenti nelle condizioni di detenzione della figlia.

La sua possibile elezione al Parlamento Europeo potrebbe aprire nuove prospettive anche per la sua situazione giudiziaria, mettendo in luce le controversie legate alla sua detenzione.

Ilaria Salis liberata se eletta?

Se Ilaria Salis, candidata con Avs, dovesse essere eletta alle elezioni europee, acquisirebbe automaticamente l’immunità parlamentare. Le norme parlamentari stabiliscono che i membri del Parlamento europeo godano di immunità e non possano essere arrestati o privati della libertà durante il loro mandato, tranne nei casi di flagranza di reato. Questa precauzione è volta a garantire l’indipendenza degli europarlamentari nell’espletamento dei loro doveri.

Con l’immunità parlamentare, Ilaria verrebbe quindi rilasciata immediatamente. Questo evento aprirebbe una nuova fase procedurale. Le autorità giudiziarie ungheresi dovrebbero presentare al presidente del Parlamento europeo una richiesta di revoca dell’immunità al fine di poter procedere con il processo contro Salis. Spetterà quindi all’Ungheria chiedere al Parlamento la revoca dell’immunità.

Sarà poi compito del Parlamento europeo votare e decidere se confermare l’immunità totale, con il divieto di indagini, detenzione o azioni legali contro di lei fino alla fine del mandato, oppure negare o ridurre parzialmente l’immunità, consentendo alle autorità ungheresi di procedere con il processo. Ilaria avrà quindi l’opportunità di partecipare al processo come cittadina libera, senza restrizioni. La votazione del Parlamento avverrà in seduta plenaria e sarà necessaria una semplice maggioranza per prendere una decisione.

L’unico punto incerto riguarda il voto del Parlamento, poiché gli eventi in questione risalgono a un periodo precedente all’elezione.

I casi Tortora e Junqueras

Nella storia del Parlamento europeo ci sono stati casi simili, sebbene con circostanze diverse. La vicenda giudiziaria più nota d’Italia, quella di Enzo Tortora, ha avuto come scenario Strasburgo. Eletto al Parlamento europeo nel luglio 1984 con oltre 414.000 preferenze, Tortora fu rilasciato il 20 luglio 1984 e tre giorni dopo si recò a Strasburgo.

Più recentemente, c’è il caso dell’indipendentista catalano Oriol Junqueras, detenuto dopo il referendum e poi eletto eurodeputato alle elezioni europee del 2019. Tuttavia, Junqueras non è stato incluso nell’elenco degli eletti presentato all’Eurocamera da Madrid, poiché non ha partecipato alla cerimonia di giuramento degli eurodeputati eletti, una caratteristica della legge spagnola ma non del diritto italiano.

Infine, Salis potrebbe non essere l’unica candidata a queste elezioni a svolgere la campagna elettorale dalla prigione. C’è un altro caso simile a Himara, città costiera dell’Albania meridionale. Il sindaco albanese di origine greca Fredi Beleri, condannato a due anni per traffico di influenze, sarà candidato al Parlamento europeo per Nuova Democrazia, il partito del premier greco Kyriákos Mitsotákis.