Sono terrificanti le ultime notizie arrivate dalla Francia sul caso di Emile Soleil, il bambino di poco più di due anni trovato morto a diversi mesi dalla sua scomparsa nel villaggio rurale di Haut-Vernet, nel sud-est del Paese: stando a quanto riportano diversi quotidiani locali, il piccolo potrebbe essere stato attaccato e divorato dai lupi.
Le ultime notizie sul caso del piccolo Emile Soleil dalla Francia
La pista dei lupi, che secondo Ohmymag era già stata avanzata nelle prime fasi delle indagini riguardanti la scomparsa del bambino (e scartata), starebbe prendendo il sopravvento sulle altre – inclusa quella di un possibile coinvolgimento del nonno materno del piccolo, di cui si era parlato anche in Italia – dopo il ritrovamento di un ulteriore frammento osseo a pochi passi da dove, lo scorso 30 marzo, un’escursionista si era imbattuta nel cranio di Emile, dando l’allarme.
L’ipotesi di alcuni residenti dell’area è che – vista la presenza di questi animali selvatici sul territorio, confermata dal sindaco di Haut-Vernet -, il bimbo possa essere stato attaccato dopo essersi allontanato dal giardino dell’abitazione dei nonni, dove i genitori lo avevano accompagnato per le vacanze. Sul suo cranio, secondo il pubblico ministero Jean-Luc Blachon, sarebbero stati trovati, in effetti, “segni di morsi” e “piccole fratture”.
L’autopsia, purtroppo, non ha consentito di determinare la causa del decesso. Ma è solo uno dei tanti interrogativi che ancora avvolgono il caso e su cui gli inquirenti continuano ad indagare. Gli abitanti del villaggio di cui il bambino era ospite sarebbero già stati ascoltati. Alcuni avrebbero parlato agli inquirenti di un possibile incidente, sostenendo che il piccolo potrebbe anche essere stato investito da un trattore o da un mietitrebbia. Al momento non si esclude niente.
La scomparsa, poi il ritrovamento
Emile era stato visto per l’ultima volta il pomeriggio dell’8 luglio del 2023. Due testimoni avevano raccontato agli inquirenti di averlo visto camminare da solo a poche decine di metri dall’abitazione dei nonni materni, dove si trovava per trascorrere le vacanze.
Si era pensato che si fosse semplicemente allontanato, smarrendosi. Per mesi se ne erano perse le tracce. Poi il 30 marzo un’escursionista si era presentata in commissariato con il cranio (risultato, dagli esami, quello del piccolo), dichiarando di averlo trovato su un sentiero durante una passeggiata: i poliziotti, contrariati dal fatto che avesse deciso di spostarlo in autonomia, avevano subito perlustrato la zona, rinvenendo i suoi vestiti e anche altri resti ossei.
Il passato del nonno materno
Sulla stampa francese, e anche italiana, aveva iniziato a circolare la voce di un possibile coinvolgimento del nonno materno. Il motivo? Il suo passato: sembra che l’uomo, oggi 58enne, fosse finito come testimone intermedio al centro di un’inchiesta per abusi sui minori della comunità religiosa del nord della Francia in cui, negli anni Novanta, lavorava come educatore.
Il Corriere della Sera sosteneva, in un articolo, che gli stessi genitori del bambino apparterrebbero a un'”associazione integralista cattolica” che da molti viene paragonata a una setta: dettaglio che con ciò che è successo al piccolo potrebbe anche non entrarci niente. C’è chi intanto, sui social, dedica loro messaggi di cordoglio e di vicinanza.
La madre, stando a quanto riporta Le Figaro, avrebbe ringraziato tutti con un post in cui scrive: “Siamo molto toccati dalla vostra compassione”. Ciò che tutti augurano a lei e ai suoi familiari è di poter arrivare alla verità sulla morte del bimbo, che aveva ancora tutta la vita davanti. Come Adam, il bimbo di tre anni che nel 2019 fu ucciso a Genova: la madre, Giulia Stanganini, è stata condannata in via definitiva a 27 anni di reclusione.