Candidato alle Elezioni Europee con la lista “Libertà” di Sud chiama Nord del sindaco di Taormina, Cateno De Luca, Sergio De Caprio attacca l’immobilismo della politica italiana sulla lotta alla mafia.
“Come si sta muovendo la politica sull’antimafia? Non si sta muovendo affatto, ma lascia il compito a pochi combattenti, umiliati abbandonati e con scarsi mezzi”.
Il Capitano Ultimo, il generale dell’Arma dei Carabinieri che arrestò Totò Riina, risponde così ai giornalisti che – a margine della conferenza stampa di presentazione della lista “Libertà” – gli chiedono un suo giudizio sulle iniziative messe in campo dalla politica italiana negli ultimi anni per il contrasto alle mafie.
De Caprio: “Politica immobile, bisogna togliere i diritti politici ai mafiosi”
“La domanda è: chi ci sta e chi non ci sta?”
La vera domanda secondo Sergio De Caprio sta tutta qua, ovvero, tra chi è disposto a combattere le cosche e chi no.
“Io credo che dobbiamo togliere i diritti politici ai mafiosi che non collaborano e ai loro affini di primo e secondo grado. E’ una scelta fondamentale per combattere il voto di scambio”.
Ha spiegato il Capitano Ultimo.
“Questa è la battaglia. Queste mafie devono capire che non c’è più spazio per loro si devono solo arrendere. Però dobbiamo adottare provvedimenti e non fare solo chiacchiere. Oggi sciogliamo i comuni perché sono infiltrati, ma dovremmo sciogliere le cosche e difendere i comuni”.
Parole dure sono state pronunciate anche nei confronti della politica che, secondo De Caprio, non farebbe abbastanza per combattere le mafie.
“La politica sull’antimafia non si sta muovendo lascia il compito a pochi combattenti, umiliati abbandonati soli con scarsi mezzi. Impedire ai mafiosi e ai loro parenti a non poter di svolgere attività economica, vuol dire metterli fuori dal mondo del lavoro. Questa è la battaglia per vincere e così vinceremo”.
Il Capitano Ultimo: “Mi candido per amore del mio popolo, abbandonato e ingannato”
Una scelta di cuore, quella del Capitano Ultimo che ha deciso di mettersi in gioco e candidarsi alle Europee dell’8 e 9 giugno per amore del popolo italiano.
“Ho deciso di scendere in campo per amore di quel popolo abbandonato, ingannato, umiliato e relegato a ruolo di spettatore costretto a guardare uno spettacolo triste e vuoto di contenuti”.