La pandemia da Covid ha acuito un fenomeno che già da diversi anni era ben presente all’interno degli ospedali italiani: la mancanza di posti letto e le dimissioni dei medici. Il cruccio di ogni governo è quello di trovare le risorse necessarie per non abbassare la qualità ed il funzionamento del Servizio Sanitario Nazionale, ma con enormi difficoltà.

Il Forum delle Società scientifiche dei clinici ospedalieri e universitari ha voluto lanciare nel suo ultimo report l’ennesimo allarme sulla vicenda: “A rischio le cure per tutti“. Dal 2019 sono ben 11mila i medici italiani che hanno scelto di non lavorare più negli ospedali.

Il Sistema Sanitario Nazionale è in crisi: mancano medici e posti letto

Il coordinatore del Forum delle Società scientifiche dei clinici ospedalieri e universitari, Francesco Cognetti, è stato chiaro presentando l’ultimo report sulla sanità italiana: ci sono gravi carenze che i governi, per miopia politica, non sono stati in grado di risolvere e non sembrano poter affrontare.

I problemi segnalati da Cognetti riguardano diversi livelli: medici che si dimettono dalle proprie posizioni, cancellazione dei posti letto e la percentuale bassa del PIL (in rapporto agli altri paesi europei) che viene investita nella sanità italiana. Già in passato alcuni medici avevano segnalato che in Italia le risorse sembravano essere investite più per le armi che per le prestazioni mediche ed il progetto di autonomia differenziata rischia di acuire i dislivelli presenti fra le regioni:

“È urgente risolvere questi problemi con una riforma strutturale e di sistema degli ospedali, con lo stanziamento di risorse davvero adeguate per rispondere ai principali parametri in vigore negli altri Paesi europei e con la vera realizzazione delle reti territoriali per patologie. Al netto dell’inflazione quest’anno risulta addirittura una diminuzione delle risorse pubbliche destinate alla sanità del 6,2% rispetto al 2021. Una tendenza preoccupante, visto che l’Ocse per i Paesi che investono poche risorse in sanità, come l’Italia, prevede un auspicabile investimento pari ad almeno l’1,4% in più rispetto al Pil 2021“.

Il Forum indica come i medici italiani siano sempre più anziani: nel 2025 dovrebbero andare in pensione 29.000 camici bianchi e 21mila infermieri. Il timore paventato è che non ci siano abbastanza ricambi e la situazione è aggravata anche dai medici che volontariamente scelgono di lasciare la sanità pubblica:

L’età media dei medici è sempre più elevata, con ben il 56% che ha più di 55 anni rispetto al 14% della Gran Bretagna. Entro il 2025 andranno in pensione 29mila camici bianchi e 21mila infermieri. Sono necessari sostanziali aumenti retributivi, soprattutto per le specialità mediche ‘neglette’, i cui bandi per i corsi di specializzazione negli ultimi anni sono restati in gran parte deserti.

Circa 11mila medici ed infermieri (non in età pensionabile) hanno scelto di lasciare le strutture pubbliche fra il 2019 e il 2022.

Le riforme dei corsi universitari: si cercano nuovi medici

Un altro problema sono le aggressioni al personale ospedaliero, come accaduto non molto tempo fa ad Avellino (ma anche, purtroppo, in altre città italiane). Cognetti ha spiegato, presentando il report del Forum, che la sicurezza lavorativa che i medici ed infermieri italiani chiedono ai governi non verte soltanto su una mera questione economica, ma anche sul capire perché devono essere loro a pagare per le intemperanze dei pazienti.

La ministra dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, ha assicurato in passato che nei prossimi 7 anni alcune modifiche ai corsi universitari potranno inserire nel Sistema Nazionale Sanitario fino a 30mila nuovi medici. Tempi fin troppo lunghi per una questione che, come vediamo ogni giorno, riguarda il qui ed ora: liste di attesa per gli interventi troppo piene, le regioni che non riescono a rimborsare le prestazioni sanitarie che il governo amplia e così via.

La mancanza di risorse per gli scarsi investimenti, inoltre, acuisce un problema che Cognetti indica a chiare lettere:

Il numero di posti letto è diminuito, ne sono stati tagliati 32.508: nel 2020 erano 257.977, ridotti a 225.469 nel 2022. Si stima che, negli ospedali italiani, manchino almeno 100mila posti letto di degenza ordinaria e 12mila di terapia intensiva.