L’ennesimo suicidio in carcere è, questa volta, il seguito di una storia che è iniziata lo scorso settembre. Un 32enne di origini palestinesi si è suicidato nella serata di ieri 17 aprile nella Casa Circondariale di Como, inalando gas.
Inutili i tentativi di soccorso. Lo scorso settembre lo stesso detenuto aveva tentato di scappare dall’Ospedale San Paolo, dove si trovava ricoverato: l’agente che aveva tentato di inseguirlo era finito in coma per alcuni giorni.
Como, si è suicidato il detenuto palestinese scappato dall’Ospedale San Paolo
La vicenda che lo scorso settembre aveva coinvolto un detenuto di origini palestinesi, Nazim Mordjane, ed un agente penitenziario, Carmine De Rosa, ha avuto un triste epilogo. Nella serata di ieri 17 aprile Mordjane si è ucciso nella sua cella alla Casa Circondariale di Como, inalando il gas di un piccolo fornello.
I tentativi di soccorso, dopo l’allarme, sono stati tempestivi ma inutili: Mordjane non ce l’ha fatta. Il sindacato penitenziario Uilpa ha dato la notizia, sottolineando ancora una volta come i problemi di sovraffollamento nelle carceri italiane continuano a ricadere non soltanto sugli agenti ma anche sugli stessi detenuti:
Tutto ciò è l’emblema dello stato drammatico delle carceri, frutto di politiche inadeguate, miopi, incompetenti dei governi che si sono succeduti negli ultimi 25 anni. Serve subito un decreto carceri per affrontare l’emergenza, deflazionare la densità detentiva, rafforzare la Polizia penitenziaria ed efficientare il servizio sanitario. Parallelamente urgono riforme complessive per reingegnerizzare l’intero apparato d’esecuzione penale. Si sappia che nel frattempo, nostro malgrado, si dovranno continuare a contare i morti.
Questo è il commento di Gennarino De Fazio, segretario dell’Uilpa. Sembra che in passato Mordjane abbia cercato altre volte di suicidarsi.
Il tentativo di evasione di settembre 2023: cos’era successo
Nazim Mordjane, lo scorso 21 settembre, si trovava ricoverato all’Ospedale San Paolo di Milano e all’alba aveva tentato la fuga lanciandosi da una finestra del secondo piano. L’agente che lo aveva in custodia, Carmine De Rosa, aveva cercato di fermarlo, ma cadendo dalla stessa finestra aveva battuto la testa a terra.
De Rosa era rimasto in coma per una decina di giorni, riuscendo poi a recuperare e a tornare poi in servizio. Mordjane era stato catturato dall’Interpol in Svizzera dopo 15 giorni di latitanza: il sottosegretario alla Giustizia Andrea Ostellari si era congratulato con gli agenti dell’Interpol a seguito del loro arresto.
In un post su Facebook Ostellari aveva scritto:
Grazie all’Interpol, alla Polizia Penitenziaria, a tutte le Forze dell’Ordine e agli investigatori che hanno collaborato all’arresto, avvenuto a Ginevra, del detenuto evaso pochi giorni fa, mentre si trovava in un Ospedale a Milano. Il primo pensiero va a Carmine De Rosa, l’agente, ancora ricoverato, che non ha esitato a rischiare la vita per fermarlo: caro Carmine, questo risultato è dedicato a te.