Il palmares del cantante di Zocca è ricchissimo ma da oggi si impreziosisce di un nuovo riconoscimento. Vasco Rossi ritira il XV premio del Vittoriale, assegnato ogni anno a un illustre personaggio italiano che ha avuto la forza di influenzare in modo sensibile la società in cui agiamo. Un premio che arriva dalla decisione del Presidente Giordano Bruno Guerri e del consiglio di amministrazione della Fondazione che hanno voluto assegnare il titolo a “un ribelle gentile che ha costruito un genere, quello del rock italiano”. Ecco com’è andata la cerimonia e cos’ha dichiarato la storica voce di “Vita spericolata”.

Vasco Rossi premio del Vittoriale, la cerimonia

Come funziona il riconoscimento appena ritirato dal Blasco?  La Fondazione “Il Vittoriale degli Italiani” individua annualmente un personaggio illustre il cui merito sia stato quello di introdurre idee o azioni innovative e abbia influenzato notevolmente la società di questi mesi. Un traguardo importante festeggiato, almeno teoricamente, in pochi. Almeno “teoricamente” perché, alla cerimonia di premiazione a Gardone Riviera, nel Bresciano, erano ammesse solo 1500 persone ma questo non ha creato ostacoli per i fan più sfegatati per riunirsi in massa all’esterno dell’edificio che ospitava l’evento per dare al loro Komandante il giusto tributo, anche per il successo del suo biopic su Netflix.

Le motivazioni

Queste sono state le motivazioni ufficiali per cui si è deciso di assegnnare la statuetta, un cavallino blu, al cantautore rocker Vasco Rossi:

“Con il suo viaggio nella vita e nella musica, ha inventato la definizione di supervissuto. Ha costruito un genere, quello del rock italiano, adattando metrica, linguaggio e temi e rompendo ogni schema. Ha sempre avuto il coraggio di osare e sfidare il tempo restando fedele a se stesso. Un ribelle gentile capace di mantenere intatta la passione, di incantare generazioni, specchiarsi nelle proprie ombre e tornare alla luce usando la bussola dell’audacia.”

Vasco Rossi premio del Vittoriale, le sue dichiarazioni

Dopo la brutta notizia della scomparsa di Gabriella Sturani, ci voleva una gioia per il rocker di Zocca che ha accettato con sorpresa il premio, commentandolo con queste parole:

“Non sono abituato a ricevere riconoscimenti per la cultura. Sono un cantautore… un autore di musica rock. Noi musicanti, nella mentalità popolare, siamo più apparentati col mondo circense.”

L’occasione è stata buona anche per citare il “padrone di casaGabriele d’Annunzio, che nel 1921 eresse il Vittoriale per reiterare la memoria della sua esistenza ma anche e soprattutto di tutti quegli italiani che lottarono nella Prima Guerra Mondiale. In merito così s’espresso il Vasco nazionale:

“D’Annunzio era un comandante vero. Io sono comandante con la k, ma in verità faccio fatica a comandare anche me stesso, però tutte le cose che ho fatto le ho fatte coinvolgendo altre persone. Io per scrivere canzoni devo essere in una dimensione senza tempo. Prendo la chitarra, escono delle armonie e cerco di dare parole con i suoni. Descrivo una sensazione usando l’irrazionalità e non so mai che canzone uscirà.”

Se è vero che il tempo è galantuomo, questi sono gli anni in cui la nazione s’è resa conto di quello che i giovani di tre generazioni hanno sempre saputo. Quando era giovane, Vasco Rossi cantava “Mi si escludeva” e questo valeva da ogni posto gestito dai benpensanti e dai presunti uomini di cultura di allora. Oggi, con la consegna del Premio del Vittoriale, in tal senso, si chiude un cerchio a dir poco inimmaginabile e quasi catartico, fatto di musica e energia vitale scambiata tra lui e le milioni di persone che se lo sono goduto live.