Si chiamava Giuseppe Stilo l’uomo di 33 anni morto dopo aver accusato un malore improvviso su un volo Ryanair diretto a Lamezia Terme da Torino: insieme alla moglie Federica, al quarto mese di gravidanza, si era messo in viaggio per andare a trovare i parenti calabresi. Inutili tutti i tentativi di soccorrerlo. Sul suo caso potrebbe essere aperto un fascicolo d’inchiesta.

Chi era Giuseppe Stilo e cosa gli è successo? Il dramma su un volo Torino-Lamezia

Originario di Vibo Valentia, Giuseppe Stilo, 33 anni, viveva ad Alba, in provincia di Cuneo, dove si trova la sede principale dell’azienda che lo aveva assunto a tempo indeterminato, la Ferrero. Aveva sposato la moglie Federica, anche lei di origini calabresi, appena un anno fa. Da quattro mesi avevano scoperto di aspettare un bambino.

Ieri, 17 aprile, si erano messi in viaggio da Torino per raggiungere i parenti che vivono nel Sud Italia quando l’uomo, all’improvviso, aveva accusato un malore sul volo Ryanair che, partito dal Piemonte, stava sorvolando la Liguria.

Stando a quanto ricostruito finora, il personale di bordo e i passeggeri, fra cui due medici, avrebbero fatto tutto il possibile per aiutarlo, informando anche il pilota di ciò che stava succedendo per fargli invertire la rotta.

L’aereo sarebbe atterrato sulla pista di Caselle 36 minuti dopo il decollo: il medico aeroportuale sarebbe subito salito a bordo per soccorrerlo, avvisando anche il 118, arrivato quando per l’uomo non c’era già più niente da fare.

La ricostruzione di Sagat, Azienda Zero e 118

In un primo momento si era diffusa la notizia che l’ambulanza fosse rimasta bloccata ai varchi d’accesso dell’aeroporto per la mancanza di una “scorta” e che i soccorsi, quindi, si fossero attivati troppo tardi. Notizia che la società Sagat, l’Azienda Zero e il 118 hanno poi smentito, facendo sapere di aver inviato sul posto non una, ma due ambulanze (la prima, di base, da Borgaro Torinese e l’altra, con medico e infermiere, da Venaria).

L’ambulanza di Borgaro è arrivata al varco indicato ed è stata indirizzata verso l’aeromobile. I due volontari, una volta saliti a bordo, hanno aiutato i sanitari nel continuare le manovre rianimatorie e contestualmente a trasportare il paziente sull’“ambulift” dove, dopo alcuni minuti, è arrivata anche l’ambulanza con il medico del 118. Che purtroppo, considerata la situazione, non ha potuto che constatare il decesso del paziente,

hanno riferito al Corriere della Sera. A quel punto Giuseppe era già stato sottoposto a diverse scariche di defibrillatore, purtroppo invano. La moglie, in seguito al suo decesso, si era sentita male, venendo soccorsa e trasportata in ospedale, dove tuttora si troverebbe sotto shock.

I messaggi di cordoglio sui social

“Giuseppe, quanti momenti abbiamo condiviso, per organizzare meeting diocesani, per parlare di cammini spirituali per i giovani, ma anche solo per condividere momenti importanti della nostra vita”, sono le parole che un’amica del 33enne ha affidato ai social per salutarlo.

Non è escluso che sul suo caso la Procura decida, nelle prossime ore, di aprire un fascicolo d’inchiesta. È ciò che è stato fatto nel caso di Mattia Giani, il calciatore di 26 anni morto dopo aver accusato un malore improvviso in campo la scorsa domenica.

L’ipotesi di reato è di omicidio colposo, per ora contro ignoti. Stando a quanto ricostruito, il giovane – sul cui corpo sarà effettuata l’autopsia – avrebbe potuto essere soccorso prima e meglio. “Mancava l’ambulanza all’impianto di Campi Bisenzio. Nessuno sapeva utilizzare il defibrillatore e il primo mezzo del 118 giunto al campo non aveva il medico a bordo”, ha spiegato il padre. A riportarlo è Milano Today.

Anche per lui i messaggi di cordoglio erano stati a decine, sui social: tra i tanti aveva commosso quello della fidanzata Sofia che, pubblicando una loro foto, aveva scritto di amarlo e di essere fiera di lui, chiedendogli di darle la forza per superare questo tragico momento.