Bocciatura con il 5 in condotta, multe per aggressioni al personale scolastico e ritorno alla valutazione numerica per il comportamento alle scuole medie. Il disegno di legge Valditara è stato approvato nella giornata di oggi dal Senato e ora il testo dovrà passare alla Camera. Tante le polemiche da parte delle opposizioni che hanno da subito bollato il disegno di legge come ‘oppressivo‘ nei confronti degli studenti.
Ma cosa ne pensa chi la scuola la vive ogni giorno? La portavoce del sindacato Unione degli Studenti Alice Beccari ha parlato a Tag24 delle riforme portate avanti dal ministro dell’Istruzione e dal governo dicendo che le soluzioni finora proposte non sono state per nulla adeguate.
Beccari (Uds): “Il ddl Valditara non può funzionare”
“Il ministro non ci ascolta” esordisce così Beccari parlando dell’ultimo ddl approvato oggi in Senato che abbraccia diversi temi, tra tutti il voto in condotta e la possibilità di essere bocciati se non si dovesse raggiungere la sufficienza o di svolgere un esame di recupero laddove si registrasse un 6.
Spazio anche alla questione della violenza sui docenti, a cui il disegno di legge dedica ampio spazio disponendo multe per chi aggredisce il personale scolastico o addirittura lavori socialmente utili per chi verrà sospeso.
Il ddl Valditara è passato al Senato con 74 sì e 56 no questo pomeriggio. Che influenza potrebbe avere sulla scuola?
“Noi da anni sosteniamo che il rapporto che intercorre tra istruzione e lavoro presenta non poche criticità, un sistema come quello attuale ne comporta ulteriori. Chiederemo un’intervento in Commissione Cultura il prossimo 23 aprile”
“È necessario discutere dell’abolizione dei PCTO e delle forze di alternanza tra scuola e lavoro previste dalla Buona Scuola del 2015 così da restituire un ruolo di centralità nella formazione alla scuola pubblica. Vogliamo un’istruzione ed una didattica che non siano subordinate alle imprese, ma che educhino al pensiero critico. Vorremo che si eviti lo sfruttamento degli studenti e delle studentesse senza eliminare la parte pratica, garantendo che i percorsi possano proseguire con laboratori all’interno delle scuole.
Nelle nostra proposta chiediamo che ci sia un legame con le aziende a patto che abbiano un codice etico e che non garantiscano la partecipazione degli studenti al processo produttivo. Questo comporta in alcuni casi che avendo mano d’opera gratuita le aziende potranno tagliare sul lavoro. Ci opponiamo anche ai percorsi quadriennali che diminuiscono drasticamente le possibilità di formazione degli studenti”
“La scuola deve formare i cittadini consapevoli del proprio ruolo all’interno della società, noi da anni portiamo avanti una proposta di istruzione integrata. Il ministro dell’Istruzione quando ci ha convocato non ha discusso con noi proposte ma ci ha parlato a titolo informativo. Sarebbe stato utile un maggiore confronto”
Passiamo alla parte riguardante il voto in condotta. Come può avvenire la strumentalizzazione del voto in condotta?
“Alla base delle riforme c’è un’idea che non rispecchia quella degli studenti che negli anni hanno costruito una riforma di scuola alternativa. La riforma della condotta va in direzione punitiva e non ha alcun valore punitivo, come dimostrato dagli studi sociologici.
“Nella riforma sono presenti questioni relativi alla sospensione e alla condotta, il fatto che il voto possa influire sulla maturità o il rischio bocciatura: questo non ha nulla a che vedere con l’educazione che contempla anche il valore dell’errore che non è contemplato nell’immaginario di valutazione del ministro e del governo nelle scuole”
“Siamo contrari alla riforma sulla condotta quanto alle altre riforme, cerchiamo elementi invece che possano permettere un lavoro nel gruppo scuola per fare in modo che le persone con problematiche non siano allontanate dall’ambiente scolastico perché questo comporta il grande tasso di abbandono che ha il nostro Paese. Dobbiamo invece puntare all’integrazione nella comunità scolastica e sul lavoro collettivo”
Cosa farete per contrastare le riforme di Valditara?
“Noi in questi giorni ci stiamo attivando nelle scuole per contrastare le riforme con foto-petizioni e dimostrazioni per portare avanti le nostre richieste. Vogliamo commissioni paritetiche, esclusione dai processi produttivi degli studenti come già detto, la formazione sui diritti sindacali, un codice etico con gli enti per coloro con cui si farà lo stage. Questo sono le nostre richieste”
Violenza nei confronti dei docenti. Come si argina?
“Le violenze sono sempre difficili da gestire ma vanno gestite. Le modalità con cui il ministro ed il governo sembrano voler contrastare questo fenomeno è allontanando le persone dall’ambito scolastico. Bisogna ricordare che le violenze anzitutto non sono univoche e comportano un livello di complessità ancora maggiore. La soluzione non è la punizione ma la creazione di percorsi che possono reintegrare le persone: spesso determinati atteggiamenti sono anche legati al malessere psicologico”
“Da anni chiediamo una riforma per il benessere psicologico degli studenti. Oltre agli sportelli psicologici c’è bisogno di riforme sulla scuola che permettano di vivere con serenità l’ambiente così da arrivare preparati se dovessero verificarsi episodi del genere. La scuola non deve allontanare ma educare al non essere violenti, da una parte serve una riforma preventiva perché la vecchia didattica non copre le necessità attuali degli studenti”
“Serve comunque un servizio psicologico radicato ed efficiente nella scuola che permetta di dare un appoggio anche ai docenti nel reinserire le persone nel gruppo classe. E’ fondamentale capire le motivazioni e reintegrare ed evitare anche di criminalizzare, il rischio è che i responsabili vivano peggio la situazione e portino le violenze fuori dalla scuola. Nell’ambiente scolastico invece certe situazioni possono essere gestite ed arginate”.
Come viene visto dagli studenti un docente oggi e a quali pressioni sono sottoposti i docenti?
“Lavoriamo molto insieme ai docenti e ai loro sindacati e sappiamo che sono sottoposti a tantissime pressioni esterne dai programmi ministeriali. La burocratizzazione di alcune pratiche spengono spesso l’entusiasmo e comportano un lavoro impressionante. Così ci si allontana dalla possibilità di creare una didattica alternativa”
“Cosa rappresentano i docenti per gli studenti? Dipende da docente in docente e dalla prospettiva. Sembra che questo governo ed il ministro dell’Istruzione spingano verso la figura del docente autoritario e non verso il docente comprensivo ed aperto ad una nuova didattica”
“Noi sicuramente siamo vicini anche alle loro richieste: saremo in piazza il 21 aprile contro i 60 cfu che comportano un dispendio economico importante rendendo difficile l’ingresso nella scuola”