Dopo i maxi licenziamenti di Sony, Microsoft e Amazon, è tempo di tagli al personale anche per Tesla: la società specializzata in produzione di auto elettriche, pannelli fotovoltaici e sistemi di stoccaggio energetico dirà addio tra non molto a circa 3000 dipendenti della sua sede a Berlino, capitale della Germania e 14.000 in tutto il mondo.
Elon Musk, tagli al personale in Tesla: cosa è successo
Ad annunciare la fine della collaborazione è presumibilmente Elon Musk con una e-mail indirizzata ai suoi ex collaboratori, in cui li ha informati della chiusura del rapporto lavorativo: 3000 per lo stabilimento presente a Grünheide, vicino Berlino e 14.000 nel resto del mondo, anche se il secondo dato non è stato ancora confermato.
A rendere la notizia di dominio pubblico, un portavoce di Tesla in una dichiarazione ai media locali:
“Siamo convinti che solo un’organizzazione efficiente e snella sia ben posizionata per le sfide future. La nostra esperienza dimostra che questo approccio contribuisce in modo significativo al nostro successo. Stiamo esaminando questa misura e la perseguiremo per la Gigafactory Berlin-Brandenburg nel rispetto di tutti i requisiti del diritto del lavoro e della cogestione con il coinvolgimento del comitato aziendale”.
Una dichiarazione totalmente opposta alla precedente promessa dell’imprenditore, che nel marzo scorso, in una visita alla factory, aveva rassicurato i dipendenti sul mantenimento delle rispettive professioni.
Tesla e i contratti di lavoro temporanei: 1000 lavoratori a rischio licenziamento
Secondo una fonte dell’agenzia britannica Reuters, circa 1000 persone rischiano il lavoro per i loro contratti, di tipo temporaneo e dunque, più vulnerabili al licenziamento.
Il sindacato tedesco IG Metall ha informato lunedì che Tesla non ha informato né consultato il comitato aziendale, come da prassi in Germania, prima di inviare la mail di addio ai suoi dipendenti. Il capo dell’associazione, Dirk Schulze, ha definito “illegittimo” il comportamento della società, in quanto non hanno minimamente pensato a come deviare in altre aziende o aiutare chi perderà il lavoro.
Ci si chiede il perché di una scelta così delicata e su scala globale. Il tutto è probabilmente legato all’implementazione delle nuove intelligenze artificiali, in grado di risolvere numerosi compiti complessi un tempo gestiti dagli esseri umani.
Roman Yampolsky, scienziato informatico russo e ricercatore sulla sicurezza delle IA del Cyber Security Lab dell’Università di Louisville, nel Kentucky, in un’intervista per Tag24, prevede uno “scenario drammatico” tra cui la perdita del lavoro per migliaia di persone e nel peggiore dei casi, un vero e proprio collasso della società moderna.