Un trend, un gioco o un’ossessione? Le chiamano Sephora Kids, le ragazzine preadolescenti (tra 8 e 11 anni) che si truccano, seguono meticolose skincare, applicano maschere di bellezza e mostrano le loro beauty routine a tutto il web. Sono spesso appoggiate dalle loro mamme, altrettanto commentate, ricondivise e imitate dalle coetanee. Ma quanti, tra gli utenti che si interfacciano per la prima volta con il fenomeno, le guardano con perplessità?

Non tutti approvano completamente questa nuova tendenza. Tanti sono gli utenti scettici e critici. Una volta si giocava a “mamma e figlia”, si indossavano abiti eleganti fingendosi delle principesse, oppure, si impastava acqua e farina, si giocava a cucinare, improvvisandosi gestori di un ristorante, camerieri, chef.

Da sempre per i bimbi fingersi adulti è alla base dei giochi, sin dall’antichità: ma stiamo decisamente assistendo a qualcosa di diverso, che ha a che fare con l’estetica, i modelli da raggiungere, le motivazioni che ci legano all’idea di un aspetto impeccabile.

Siamo sicuri che seguire certe mode sia totalmente sano dal punto di vista psicologico e sociale, per la crescita dei più piccoli?

Per  avere conferme e opinioni specifiche da un’esperta del settore,Tag24 ha intervistato la psicoterapeuta dell’età evolutiva, pediatra e consigliere dell’Ordine dei medici di Roma Valentina Grimaldi, che ha risposto ad ogni curiosità sul caso.

Perché esistono le Sephora Kids? Le bambine mettono make up e fanno beauty routine

D: Come si spiega questo fenomeno tra le bambine che, in età così precoce, si truccano e fanno skincare e beauty routine addirittura con prodotti antirughe?

R: Ispirarsi a modelli estetici di bellezza e perfezione sempre più ambiziosi quanto lontani dalle donne e uomini reali è purtroppo ciò che sta accadendo ormai da diverso tempo e in una logica di mercato impeccabile prima si comincia è meglio è, perché i risultati promessi in questo modo saranno sicuramente migliori.

Pertanto, è sempre più precoce la rincorsa al modello ideale e l’adolescenza è il periodo perfetto per questo tipo di suggestioni, perché caratterizzata proprio dallo sviluppo dell’identità personale che passa per tutte le difficili fasi di rielaborazione della propria immagine corporea, con il corpo al centro dei propri pensieri come veicolo di una nuova identità che sta venendo fuori.

Queste ragazzine vengono facilmente sedotte dall’idea che, facendo la beauty routine, mettendo in pratica tutta una serie di comportamenti, si possa diventare una persona più bella, migliore, più interessante, apprezzata.

È un terreno psicologico fertile, perché l’adolescenza è l’età nella quale matura e si rielabora l’accettazione di se stessi con propri limiti e pregi e si è molto vulnerabili e sensibili.  Si verifica il passaggio dall’infanzia alla vita adulta, è l’età più complessa. Il corpo è ancora “goffo”, in via di sviluppo, non definito.

E un periodo in cui tutto ciò che ci dà l’illusione di poter crescere in fretta e diventare “adulti bellissimi”, viene subito accettato e preso come positivo. Purtroppo non è così, l’accettazione di noi stessi, lo stare bene con noi e con il nostro corpo, sentirsi e vedersi belli, nasce da un  percorso di crescita personale che significa capire quello che abbiamo dentro, i nostri veri desideri, le nostre aspirazioni, le nostre inclinazioni che necessita di una rielaborazione mentale più che fisica. 

L’insicurezza nello sviluppo e “l’adultizzazione” dei bambini

D: E’ complice l’approccio con lo sviluppo? 

R: Certamente, oggi molte ragazze hanno la prima mestruazione, cioè, sviluppano come si dice più comunemente, già a 10-11 anni pertanto l’adolescenza è anticipata.

Da un punto di vista sociale contribuisce poi a questo fenomeno secondo me anche una tendenza all’  “adultizzazione dei bambini”.

D: L’adultizzazione dei bambini è data dall’educazione dei genitori? 

R: Credo che sia più una tendenza, un fenomeno sociale.  È come se si volesse sempre rincorrere qualcosa e non si vive mai il tempo che si ha. Si ha sempre tanta fretta di andare avanti, crescere, non c’è più posto per l’attesa di qualcosa che arriverà.

Una bambina che si trucca come un’adulta non per gioco, ma per parte della sua quotidianità, non vive il sua età come dovrebbe ed ogni tappa evolutiva ha un significato nel nostro percorso di vita, se non viene vissuta correttamente poi diventa un problema nella vita adulta.

Il contatto con i social e i modelli di perfezione inadeguati

D: Le abitudini delle ragazzine, a contatto con gli smartphone, contribuiscono al fenomeno?

R: I social sicuramente amplificano questi fenomeni. Le ragazzine hanno un accesso molto più rapido, molto più diretto, a certe immagini e contenuti e questo sicuramente è un fattore che alimenta la tendenza. Dall’altro lato c’è anche una genitorialità fragile che fatica ad essere il modello adulto di riferimento per i figli e anziché scoraggiare certi comportamenti li tollera quando addirittura non li favorisce.

Io sono pediatra oltre che psicoterapeuta dell’età evolutiva ed in alcuni casi, come per l’acne, vedo tutta la sofferenza che il ragazzo o la ragazza hanno quando ne sono affetti per l’impatto sociale che provoca, per i fastidi che crea. In questo caso incoraggiare la giusta cura, sentire lo specialista è assolutamente legittimo e favorisce il benessere del ragazzo, anche se la cura spesso è molto articolata e prevede impiego di diversi prodotti, però un conto è curare una patologia oggettiva, un conto è fare tutta una serie di trattamenti quando non  sono necessari.

I danni dal punto di vista psicologico per le “Sephora kids”

D: Quanto può essere dannoso a livello psicologico seguire l’onda di questo fenomeno da così piccole?

R: Questo tipo di approccio porta a pensare di avere un corpo che è sempre modificabile e plasmabile, dove non c’è posto per chi è diverso da certi modelli estetici e porta ad una omologazione degli individui.

Bisogna invece insegnare ai ragazzi che oggi possiamo migliorare molte cose della nostra esistenza grazie ai progressi della scienza in tantissimi ambiti, ma rimaniamo sempre essere umani con pregi e difetti e dobbiamo imparare ad amarci per quel che siamo, sviluppando le nostre capacità, ma accettando i nostri limiti. Scoprire crescendo che non sempre ci è permesso modificare le cose a nostro favore alimenta frustrazione e inadeguatezza se non lo abbiamo capito fin da piccoli.

Truccare, nascondere, modificare un viso di una bambina non è necessario ed utile alla sua crescita se non per giocare. Un bambino o bambina di 8-11 anni dovrebbe giocare, divertirsi, essere libero di sporcarsi, di infischiarsene se ha i capelli in ordine o in disordine, deve poter vivere con leggerezza e spontaneità.

Ecco tutti i rischi che i bambini corrono a contatto con gli smartphone.