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Stablecoin

Il senatore crypto scettico Sherrod Brown si dichiara pronto a votare una legge sulle stablecoin

Sherrod Brown, senatore crypto-scettico dell’Ohio che dirige l’influente Comitato bancario del Senato, sarebbe disposto ad appoggiare un provvedimento teso a regolamentare le stablecoin. A riferirlo è Bloomberg, riprendendo le parole da lui pronunciate nel corso di un’intervista.

Si tratta in effetti di una novità di un certo rilievo. Brown, infatti, più di una volta ha espresso opinioni ferocemente avverse nei riguardi degli asset virtuali. In particolare li ha criticati come fonte di possibili problemi per i consumatori, cercando di metterli in guardia da un utilizzo incauto di Bitcoin e Altcoin.

L’apertura di Sherrod Brown

Sherrod Brown potrebbe appoggiare un disegno di legge teso a regolamentare le stablecoin. L’apertura in tal senso è arrivata nel corso di un’intervista rilasciata a Bloomberg, durante la quale il senatore democratico dell’Ohio, noto per il suo scetticismo sugli asset virtuali, ha anche indicato una importante premessa: prima di poterlo sostenere apertamente, tale provvedimento dovrebbe fugare le sue preoccupazioni.

Nonostante la premessa, si tratta di un’apertura di rilievo, almeno stando ad alcuni analisti. Il Congresso, infatti, è ormai da anni alle prese con una discussione faticosa sulle criptovalute. La divisione in merito è abbastanza netta e tale da impedire, almeno al momento, il conseguimento di un compromesso.

Da una parte ci sono veri a propri criptofans, a partire dalla senatrice repubblicana del Wyoming Cynthia Lummis. Dall’altra gli scettici conclamati, come Sherrod Brown. I primi non sembrano prendere in considerazione gli evidenti pericoli connessi all’utilizzo di valuta virtuale, senza un quadro di regole ben definite. I secondi appaiono del tutto alieni all’idea di aggiungere uno strumento finanziario il quale potrebbe semplificare i pagamenti da parte dei consumatori.

Se la divisione resta sul tavolo, con tutta evidenza, proprio sul tema delle stablecoin potrebbe essere raggiunta un’intesa meno faticosa, tra le controparti. A renderla tale il fatto che USDT e consorelle, mostrano molti punti di somiglianza con altri prodotti regolamentati, a partire dai fondi del mercato monetario. Senza contare che le aziende emittenti detengono quantitativi rilevanti di asset convenzionali, ad esempio i titoli del Tesoro statunitense.

Cosa comporta la timida apertura di Sherrod Brown sulle stablecoin?

Naturalmente, le parole di Sherrod Brown non sono passate inosservate. Soprattutto perché il personaggio è noto per le sue intemperanze, non solo verbali, contro l’innovazione finanziaria.

Basti pensare in tal senso a quanto proposto nel dicembre del 2022, dopo il crac di FTX. In un’intervista, infatti, il potente esponente democratico affermò la necessità che si attivassero sia la Securities and Exchange Commission (SEC) che la Commodity Futures Trading Commission (CFTC), per prendere provvedimenti adeguati. Intendendo per tali un vero e proprio bando verso le criptovalute.

Una dichiarazione stemperata solo dalla constatazione che una tale misura comporterebbe una serie di difficoltà. La prima delle quali da ravvisare nel fatto che le valute virtuali andrebbero offshore, diventando difficili da sanzionare.

Alla luce di quelle parole di fuoco, non pochi hanno indicato la sua pur timida apertura alla stregua di un segnale interessante. Il partito di cui è un rappresentante, quello democratico, controlla infatti il Senato. Ciò vuol dire avere il controllo sulle scadenze e priorità legislative.

L’altro ramo del Congresso, la Camera dei Rappresentanti, è invece sotto il controllo dei repubblicani, più favorevoli alle criptovalute. Proprio dall’interno della Camera, è giunta di recente una dichiarazione sul tema delle stablecoin. Il deputato Patrick McHenry, rappresentante della Carolina del Nord, ha infatti affermato il suo ottimismo sulla possibilità di arrivare ad una legge su questo comparto entro la fine della legislatura.

Resta ora da capire se le dichiarazioni dell’una e dell’altra parte siano destinate a incastrarsi. O se, al contrario, sarà necessario attendere il nuovo Congresso, per avere risposte in tal senso. La seconda ipotesi sembra ancora la più probabile.

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Dario Marchetti

Sono laureato in Lettere e Filosofia con una tesi sul confine orientale d'Italia alla fine della Prima Guerra Mondiale. Scrivo per il web dal 2010, sui più svariati settori, tra cui tecnologia, criptovalute, motori ed economia.

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