Uniswap Labs, l’associazione che sovrintende allo sviluppo dell’omonimo protocollo, ha annunciato l’aumento delle commissioni addebitate agli utenti per il trading sull’exchange. Un aumento che è del resto già operativo, essendo stato applicato a partire dal passato 10 di aprile, il quale ha immediatamente suscitato una discussione sul fatto che sia dovuto alle preventivate spese legali per affrontare la causa intentata dalla Securities and Exchange Commission (SEC) ai danni dell’azienda.

Uniswap: vediamo come aumentano le commissioni di transazione

Uniswap ha aumentato la commissione sulle transazioni, portandola dallo 0,15% allo 0,25% per la maggior parte degli swap che hanno luogo sulla piattaforma. Le tariffe sono comunque rimaste a zero per le transazioni relative alle stablecoin basate sulla stessa valuta come collaterale e quelli tra Ethereum (ETH) e Wrapped Ether (WETH).

È anche da sottolineare come gli utenti abbiano comunque la possibilità di bypassare le commissioni gravanti sulle transazioni. Possono infatti utilizzare interfacce alternative al fine di accedere al protocollo invece di rivolgersi a quella sviluppata da Uniswap Labs. Il pagamento delle commissioni resta però in vigore per tutte le transazioni portate avanti sulla rete principale e sulle blockchain di secondo livello supportate.

L’aumento arriva in un momento molto particolare per Uniswap. L’azienda è infatti al vaglio della SEC, che ha provveduto ad inviargli un avviso Wells. L’ipotesi su sui sta indagando l’ente di controllo dei mercati finanziari statunitensi è la solita: commercio di titoli, senza autorizzazione. La stessa rivolta ad esempio a Ripple e Ethereum. Ben presto, quindi, Uniswap potrebbe avere bisogno di risorse aggiuntive da destinare alle spese legali.

Una coincidenza che non è sfuggita a molti, anche se al momento non si hanno prove al riguardo. Al tempo stesso, occorre sottolineare come le indiscrezioni relative ad indagini della SEC su Uniswap risalgano alla passata estate. Qualcuno potrebbe quindi obiettare che se fosse vera tale ipotesi gli aumenti sarebbero stati ufficializzati qualche mese fa.

Una proposta di modifica al regolamento relativo alle commissioni era già stata respinta

Altro fatto da segnalare è quello relativo alla proposta che il mese scorso è stata presentata alla comunità di Uniswap. Una proposta la quale mirava a distribuire le entrate del DEX anche a coloro che detengono i token nativi UNI e li mettono in staking.

La proposta respinta avrebbe concesso alla DAO (Decentralized Autonomous Organization) voce in capitolo per la modifica del meccanismo tariffario di Uniswap, spalancando di fatto le porte all’attivazione dell’attesissimo “fee-switch” di Uniswap.

Il meccanismo che avrebbe permesso la distribuzione delle entrate del protocollo ai possessori di UNI è un traguardo di cui si parla ormai dal 2020. Ovvero da quando lo stesso UNI è stato distribuito dall’azienda agli early adopter, i primi utenti che avevano deciso di affiancarla.

La diffusione dell’annuncio relativo al voto sulla proposta, aveva avuto come conseguenza una corsa al rialzo di UNI. Il token nativo della piattaforma aveva infatti visto crescere la sua quotazione nell’ordine del 60%.

Anche Uniswap sta soffrendo il momento negativo del mercato crypto

Anche Uniswap in queste ore sta soffrendo il momento negativo del mercato. L’inasprirsi delle tensioni in Medio Oriente, dopo il botta e risposta tra Iran e Israele, si è infatti riverberato in maniera pensate sulle criptovalute. La stragrande maggioranza delle quali ha dovuto lasciare notevole parte del proprio valore sul terreno.

Per quanto concerne il DEX, nel corso delle ultime 24 ore ha visto il suo prezzo diminuire di oltre quattro percentuali. Mentre ammonta al 36.95% la perdita accumulata nel corso degli ultimi sette giorni. Naturalmente la speranza è che la tensione in Medio Oriente possa tornare su livelli normali. Resta però sullo sfondo, alla stregua di un convitato di pietra, la causa sempre più probabile da parte della SEC.