Un luogo che dovrebbe essere sinonimo di protezione e sicurezza, trasformato in un incubo. Responsabile una maestra di 45 anni di un asilo nido di Milano, arrestata per le violenze fisiche e psicologiche inferte ai piccoli di cui avrebbe dovuto prendersi cura.
Violenze e maltrattamenti in un asilo nido di Milano, maestra arrestata picchiava e insultava i bambini dal 2022
Bambini di pochi mesi sottoposti a maltrattamenti di ogni genere da parte della loro maestra. È lo scenario raccapricciante – e, purtroppo, non così isolato, come denunciato dal caso analogo di Gorizia di poche settimane fa – scoperto dalle forze di polizia locale di Milano attraverso un’inchiesta che ha riguardato un asilo nido dl capoluogo lombardo.
Le vittime sono una decina di bimbi che venivano regolarmente maltrattati dalla loro tutrice di 45 anni. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, la donna li minacciava e insultava, arrivando anche a costringerli fisicamente a letto per obbligarli a dormire.
A far partire l’indagine sono state le segnalazioni di alcune colleghe della donna, giunte alla Direzione area servizi dell’infanzia del Comune di Milano. Le forze dell’ordine hanno, quindi, provveduto a installare una serie di telecamere nascoste nella struttura che hanno registrato gli abusi commessi dalla maestra.
A quel punto, il quantitativo più che sufficiente di prove e rilievi ambientali ha fatto scattare l’arresto per la donna, che ora dovrà rispondere di maltrattamenti aggravati.
Le violenze della maestra
La donna si trova ora agli arresti domiciliari.
Stando alla ricostruzione degli inquirenti, gli abusi sarebbero stati compiuti a partire dal 2022 dalla maestra, assunta dall’asilo nel 2008.
La donna urlava ripetutamente ai bambini quando piangevano e li strattonava con violenza, in alcuni casi trascinandoli per un braccio e facendoli cadere. Per farli addormentare, arrivava anche a coprirli completamente con una coperta.
Come sottolineato dalle testimonianze, infine, la tutrice trascorreva gran parte del suo tempo lavorativo a guardare il proprio telefono cellulare, piuttosto che a vigilare sui bambini.