Sisma bonus, quale percentuale si applica nel 2024 per la detrazione fiscale delle spese sostenute per i lavori? Il quesito riguarda potenziali committenti di interventi per ridurre il rischio sismico sugli immobili, quali ad esempio i condomini. Tali lavori possono portare a un avanzamento della sicurezza sismica di due classi, come avviene nel caso della classificazione dell’efficientamento energetico. Più si riesce a ridurre il rischio, maggiore è la percentuale di agevolazione.

Le alternative sono due: la prima riguarda la possibilità di agevolare gli interventi con il superbonus, di percentuale in ribasso dal 1° gennaio 2024 al 70% rispetto al 90% del 2023. A partire dal 1° gennaio 2025 l’aliquota scenderà ulteriormente al 65%. La seconda è rappresentata da lavori di agevolazione con il sisma bonus ordinario, di percentuale dell’85%, ma non utilizzabile nei casi in cui si può usare il superbonus.

La questione è nota e deriva da una assenza di differente interpretazione da parte dell’Agenzia delle entrate. Ecco, quindi, come comportarsi nel caso di interventi di riduzione del rischio sismico durante il biennio 2024-2025.

Sisma bonus percentuale 2024, quale si applica tra superbonus e agevolazione ordinaria

Sisma bonus, quale percentuale si applica nel 2024? La scelta è tra due alternative, ovvero tra l’applicazione del superbonus del 70% di agevolazione fiscale, aliquota scesa dal 1° gennaio scorso rispetto al 90% del 2023, e il bonus ordinario, con percentuale che arriva all’85 per cento raggiungendo il doppio salto di riduzione del rischio sismico.

Nel caso dell’applicazione del superbonus, il committente dei lavori ha necessità di presentare la Comunicazione asseverata di inizio dei lavori (Cilas), mentre per il sisma bonus ordinario occorre depositare la Segnalazione certificata di inizio attività (Scia). Paradossalmente, con la discesa dell’aliquota del superbonus al 70%, la percentuale di agevolazione fiscale del sisma bonus ordinario è divenuta più conveniente, anche se non si può operare una scelta libera di quale bonus utilizzare.

Infatti, la questione relativa alla possibilità di utilizzare il superbonus oppure il bonus ordinario per la riduzione del rischio sismico degli immobili non è stata risolta. O meglio, non c’è stata una differente interpretazione dell’Agenzia delle entrate e, dunque, rimane inalterato il rapporto tra le due tipologie di bonus secondo quanto già prevedeva la stessa Ade con la circolare 28/E del 2022.

Sisma bonus percentuale 2024, quale conviene di più?

A pagina 54 della circolare 28/E dell’Agenzia delle entrate, si prevede che per le spese sostenute per i lavori di riduzione dei rischi sismici, con committenti le persone fisiche e non chi eserciti attività di impresa, arte o professione, si applica la disciplina del super bonus “non sussistendo per il contribuente la possibilità di scegliere quale agevolazione applicare”.

Pertanto, tra le opzioni di superbonus e bonus ordinario, il contribuente privato deve adottare il superbonus sempre, quando ne ricorrano le condizioni. Solo per interventi di riduzione del rischio sismico che non comportino la possibilità di utilizzare il superbonus si può optare per il bonus ordinario.

Tale indirizzo sussiste anche se la percentuale del sisma bonus ordinario è quest’anno maggiormente vantaggiosa rispetto a quella del superbonus che, nel frattempo, è scesa dal 110% del 2022 al 90% del 2023 fino al 70% di quest’anno e al 65% del 2025.

Riduzione rischio sismico, quando si usa il superbonus?

Il committente, tutto sommato, non ha libertà di scelta di quale bonus utilizzare nel caso di lavori per ridurre il rischio sismico. Fino al momento in cui rimarrà in vigore il superbonus (31 dicembre 2025), la scelta dovrà ricadere sempre su quest’ultimo, anche se l’aliquota di agevolazione è più bassa del bonus ordinario. Tale disciplina si applica a tutti gli immobili residenziali e a quelli non residenziali che, a conclusione degli interventi, diventino a destinazione residenziale.