Case green: con l’approvazione della Energy performance of buildings Directive, molti si chiedono come cambieranno i bonus edilizi nel prossimo futuro.
È ufficiale, è stata approvata la Direttiva Energy performance of buildings e adesso scattano i due anni di tempo per recepirla in ciascuno Stato membro dell’UE. Anche l’Italia dovrà presentare il proprio piano di ristrutturazione degli immobili adibiti ad uso residenziale.
Il provvedimento non prevede lo stanziamento di nuove risorse, ma sprona i membri UE ad utilizzare il plafond a disposizione. Dal momento che le case saranno più green, come cambieranno i bonus edilizi? In vista delle scadenze del 31 dicembre 2024 e alla luce delle riqualificazioni previste dalla direttiva case green, anche i bonus edilizi saranno oggetto di cambiamenti.
Case green: come cambieranno i bonus edilizi nel prossimo futuro?
La Direttiva case green è stata approvata in data 12 aprile 2024 e, anche se l’Italia e l’Ungheria hanno votato contro, il Belpaese si dovrà adeguare a quanto previsto dalla disciplina. L’Italia vanta un patrimonio immobiliare davvero vecchio, il più atavico di tutta Europa. Si stima che saranno nove i milioni di immobili che saranno interessati dalla riqualificazione, che deve essere effettuata entro il 2035. Entro 24 mesi i membri dell’UE dovranno fornire una valida definizione in merito ai piani di intervento.
Lo Stato italiano interverrà fornendo validi aiuti economici affinchè trovi applicazione la Direttiva Case Green. Anche per i prossimi anni lo Stato prevederà dei bonus edilizi, ovvero misure che consentiranno di sostenere economicamente i contribuenti che dovranno riqualificare gli immobili. Con molta probabilità lo Stato italiano concederà bonus edilizi a supporto di quegli interventi che migliorano il rapporto risparmio/oneri. Tra i bonus edilizi su cui si punterà saranno quelli volti ad incentivare l’installazione della caldaia a condensazione e il cappotto termico.
Quali sono i costi degli interventi?
Dal momento che lo Stato incentiverà quegli interventi volti a migliorare il rapporto intercorrente tra risparmio energetico e costi, può essere considerato buono il rapporto sopra citato per le caldaie a condensazione e per il cappotto termico.
Non sono considerati buoni i rapporti risparmio energetico/costi per le veneziane, le schermature solari e per la sostituzione degli infissi. Per raggiungere le finalità richieste dalla Direttiva Case Green, il governo dovrà intervenire in modo tale da riordinare i bonus edilizi.
Direttiva Case Green: quali saranno le tappe?
La Direttiva Case Green diventerà definitivo da quando sarà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’UE. Nell’arco di due anni tutti gli Stati membri dell’UE, compresa l’Italia, dovranno presentare il piano di ristrutturazione degli immobili ad uso residenziale. La maggior parte delle ristrutturazioni edilizie riguarderà oltre il 40 percento del patrimonio immobiliare più energivoro. Il “fardello” Superbonus ha gravato negativamente sui conti pubblici italiani per un ammontare di quasi 85 miliardi di spese. Per poter raggiungere gli obiettivi fissati dall’Unione Europea, sarebbe necessario prevedere lo stanziamento di nuove risorse economiche.
La Direttiva Case Green non prevede lo stanziamento di nuove risorse e invita i paesi membri ad utilizzare quelle a disposizione. Non tutti gli edifici saranno interessati dalle ristrutturazioni: per esempio gli edifici dei centri storici, gli edifici religiosi, gli edifici dedicati a scopi di difesa, quelli provvisori, le seconde case ed i piccoli immobili con una metratura inferiore ai 50 mq. La Direttiva Case Green non prevede l’applicazione di determinate sanzioni. Le principali perplessità concernono le tempistiche di attuazione ed il tempo di recepimento della direttiva comunitaria andrebbe ridotto. La Commissione dell’Unione Europea dovrà espletare i primi controlli entro l’anno 2028 e valutare i progressi raggiunti dai membri dell’UE. L’Esecutivo italiano condivide gli obiettivi di decarbonizzazione: il Belpaese vanta una storia unica e peculiare rispetto al resto dell’Europa. Oltre il 70% degli edifici sono storici e 2/3 degli edifici sono ubicati in zona collinare o montana.