Chi è Giovanni Paolo Bernini? Si è spento all’età di 61 anni il politico Giovanni Paolo Bernini. È stato colto da un malore improvviso nella notte tra sabato 13 e domenica 14 aprile 2024 nella sua casa di Parma.

Per anni è stato un esponente di rilievo nel panorama di centrodestra della regione Emilia Romagna. Bernini era infatti stato assessore della giunta comunale durante il mandato del sindaco Pietro Vignali e, successivamente, presidente del Consiglio comunale della città ducale.

L’improvvisa scomparsa ha colpito tutto il mondo della politica ed in particolare i colleghi del partito di Forza Italia, nel quale militava. La notizia è stata così riportata con grande dispiacere dall’attuale segretario del partito, Antonio Tajani. Attraverso un messaggio di cordoglio diffuso su X, Tajani ha espresso il dolore per la prematura scomparsa.

I due si sarebbero incontrati personalmente solo qualche giorno prima in occasione di un convegno di partito svoltosi a Parma.

Tajani aveva infatti portato il suo sostegno alla candidatura di Bernini per le elezioni a sindaco del comune di Berceto, in provincia di Parma.

Il segretario di Forza Italia ha anche ricordato la forza e la determinazione di Bernini in tutte le sue lotte politiche, senza dimenticare come sia stato una vittima della malagiustizia e di azioni persecutorie e infondate di noti magistrati della sinistra.

Chi è Giovanni Paolo Bernini: il ruolo da assessore nella Giunta Vignali a Parma

Giovanni Paolo Bernini aveva scelto di correre alle elezioni comunali di Berceto, piccolo borgo degli Appennini parmensi e luogo d’origine della sua famiglia. Per anni è stato un esponente di spicco della politica di centrodestra dell’Emilia Romagna, data la sua lunga militanza in Forza Italia.

Bernini era infatti stato eletto assessore nella giunta comunale di Parma guidata dal sindaco Pietro Vignali. Il suo era stato un lavoro encomiabile, dedicato sempre alla comunità e al promuovere tante iniziative per le persone affette da disabilità.

All’assessore era infatti stata affidata la delega al personale, all’infanzia e ai disabili. Si era adoperato con la stessa passione e determinazione che aveva contraddistinto tutto il suo impegno sociale.

Aveva portato alla valorizzazione di diverse agenzie per disabili con la promozione di molte iniziative. Allo stesso modo si era battuto con grande responsabilità per la riorganizzazione del personale del Comune al fine di un maggior coinvolgimento di tutti i componenti sui progetti della città.

La sua carriera vanta poi la nomina a presidente del Consiglio comunale.

L’inchiesta sul coinvolgimento in associazione mafiosa

Il suo nome è associato anche ad un lungo processo giudiziario che portò alla fine alla sua assoluzione. Bernini rientrò infatti sul registro degli indagati dell’inchiesta Aemilia, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bologna, che nel 2015 portò all’arresto di 117 esponenti politici dell’ambiente emiliano.

L’accusa iniziale a carico dell’ex assessore di Parma fu quella di concorso esterno in associazione mafiosa. Del legame con la ‘ndrangheta non furono mai portate prove certe e in fase processuale l’accusa si modificò in corruzione elettorale. Bernini scelse il giudizio con rito abbreviato che portò all’assoluzione in primo grado, nell’aprile del 2016, e al proscioglimento in appello per prescrizione.

Nel 2020 Bernini è sotto indagine da parte della procura di Parma in merito all’indagine “easy money” e alla caduta dell’Amministrazione comunale di centrodestra nella città ducale. 

L’accusa chiedeva una condanna a 2 anni e 6 mesi di reclusione per i reati di tentata concussione e corruzione aggravata. Bernini, che dal canto suo aveva ammesso di aver ricevuto un compenso economico per la sua campagna politica, aveva commentato la sentenza di primo grado come un serie di errori giudiziari caratterizzati da superficialità investigativa.

La pubblicazione di due libri che denunciano la malagiustizia

Bernini decise così di scrivere due libri per raccontare le sue vicende giudiziarie e per dare alcuni dettagli del sistema di magistratura italiana.

Il 1° gennaio 2019 pubblica così “Storie di ordinaria ingiustizia”, edito da Mediolanum Editore, che racconta come la sua vita venne improvvisamente fatta a pezzi dalla malagiustizia. 

Le pagine ripercorrono la già citata inchiesta per mafia “Aemilia” che lo accusava di collusione con esponenti della ‘ndrangheta. A detta dell’autore, il libro offre una prova documentata di come, in alcuni casi, la giustizia segua percorsi inimmaginabili che calpestano la dignità delle persone. 

Nel giugno del 2023 Bernini pubblica il suo secondo libro. Esce infatti “Colpo al sistema” edito da Titani Editori che, oltre a ripercorrere le vicende giudiziarie del 2015, sostiene come le azioni del magistrato Marco Mescolini fossero mosse unicamente da intenti politici promossi dal Partito Democratico.

In seguito alla pubblicazione del libro, l’allora leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, scrisse una lettera di sostegno a Bernini nella quale si complimentava per il coraggio e la tenacia con i quali l’ex assessore stava affrontando l’attacco giudiziario e lo scandalo mediatico a cui venne esposto ingiustamente.