Israele e Iran non sono stati sempre accerrimi nemici. Dalla nascita dello stato ebraico a oggi, le relazioni tra i due paesi hanno passato diverse fasi, non sempre conflittuali. Dietro l’attuale ostilità c’è una continua radicalizzazione delle due parti. Tutto ciò rende sempre più distante una possibile riappacificazione.

Le relazioni tra Israele e Iran

L’1 aprile 2024, Israele ha attaccato il consolato iraniano a Damasco in cui sono stati uccisi alti rappresentanti iraniani. In risposta la Guida Suprema iraniana, l’ayatollah Ali Khamenei aveva promesso: “Il malevolo regime di Israele sarà punito per mano dei nostri coraggiosi uomini”.  Israele non ha né confermato né negato la responsabilità dell’attacco. L’aspettato attacco di ritorsione è avvenuto nella notte tra sabato 13 e domenica 14 aprile. Per Teheran “la questione è chiusa”. Secondo le fonti israeliane, però, il governo ha comunicato la decisione di rispondere all’attacco.

Le relazioni prima della rivoluzione del 1979

Durante la dinastia Pahlavi, i rapporti tra Iran e Israele erano tutt’altro che ostili. L’Iran faceva parte del comitato speciale delle Nazioni Unite, istituito nel 1947 per trovare una soluzione per la questione della Palestina. Insieme alla Jugoslavia e all’India, l‘Iran si oppose al piano di spartizione delle Nazioni Unite. In alternativa, propose la creazione di uno stato federale unitario in Palestina, diviso in cantoni arabi ed ebraici.

Dopo la fondazione di Israele nel 1948, l’Iran fu il secondo paese a maggioranza musulmana a riconoscerlo, dopo la Turchia.

Israele ha prontamente cercato di stabilire legami con stati non arabi. I due paesi hanno stretto una collaborazione che include ambasciate nelle rispettive capitali, oltre a rapporti commerciali, energetici, militari e di sicurezza.

Dopo la rivoluzione del 1979

La rivoluzione del 1979 ha cambiato radicalmente il rapporto tra Tel Aviv e Teheran. Dopo la deposizione di Mohammad Reza Pahlavi e l’ascesa del nuovo leader supremo della Repubblica Islamica dell’Iran, l’Ayatollah Ruhollah Khomeini, la politica iraniana ha iniziato a diventare prevalentemente islamista e contraria alle potenze mondiali da lui definite “arroganti”. Le relazioni tra Israele e Iran hanno iniziato a sfaldarsi, anche se una collaborazione limitata è proseguita negli anni ’80.

Negli anni ’90, i rapporti sono peggiorati ulteriormente. Durante il governo di Yitzhak Rabin, Israele ha intensificato le sue azioni contro la popolazione palestinese. Questo ha innescato la Prima intifada, ovvero la rivolta contro l’espansione continua di Israele al di fuori dei territori concordati con le Nazioni Unite. Parallelamente, è emmersa un’ostilità quando l’Iran ha iniziato a creare e finanziare milizie armate in Iraq, Libano, Siria e Yemen.

Il periodo della “guerra ombra”

A partire dagli anni 2000, si presume che Israele e Iran siano stati responsabili di una lunga serie di attacchi, sia all’interno che all’esterno dei loro territori. Le parti pubblicamente negano qualsiasi coinvolgimento diretto.

Le relazioni Iran-Israele sono ulteriormente peggiorate con l’ascesa al potere di Mahmud Ahmadinejad, che ha ricoperto il ruolo di presidente dell’Iran dal 2003 al 2013. Durante il suo mandato, le tensioni tra due paesi non si sono limitate solo a ideologia o ricerca di influenza regionale.

Una serie di sabotaggi informatici è continuata anche negli anni 2020, con nel mirino anche il programma nucleare iraniano. La decisione dell’allora presidente Donald Trump di ritirarsi dall’accordo nucleare con l’Iran, nel 2018, è stata considerata una vittoria per Israele.