Le truffe sono purtroppo una consuetudine di vecchia data, anche in ambito crypto. L’ennesima conferma in tal senso è arrivata con ATMA, un progetto che si era presentato al mercato facendo leva sugli asseriti standard di sicurezza vantati. Una dichiarazione che si è presto dimostrata per quello che era: una vera e propria bufala. La sconfessione di cui è stato oggetto è stata immediatamente seguita dalla scomparsa di ATMA dai radar dei trader. Insomma, non si trattava di altro che del più classico rug pull, purtroppo non il primo della serie e neanche l’ultimo.

ATMA: cos’è accaduto

ATMA si era presentata sul mercato delle criptovalute ponendo l’accento in particolare sui livelli di sicurezza che dovevano distinguere la blockchain. Gli sviluppatori di Assisted Trading and Market Analysis, infatti, per cercare di legittimarsi agli occhi degli investitori avevano affermato di aver sottoposto la piattaforma all’audit di due società specializzate in questo genere di operazione, CertiK e HashEx.

Si trattava però di un puro e semplice inganno. A svelarlo è stata proprio CertiK, la principale società di monitoraggio di progetti blockchain e DeFi, la quale ha dichiarato per la prima volta giovedì su X (ex Twitter) di essere stata informata delle credenziali vantate da ATMA. La società ha infatti specificato senza mezzi termini che “non stava conducendo alcun tipo di audit e di non essere collegato in alcun modo con questo progetto.”

A stretto giro di posta è poi arrivata anche la precisazione di HashEx, dopo che un utente aveva pubblicato lo screenshot di un messaggio della comunità del team ATMA in cui si affermava che il protocollo era stato controllato dall’azienda. Il peggio per chi aveva investito in ATMA, però, doveva ancora arrivare.

ATMA è scomparso

Nella giornata di giovedì, infatti, proprio CertiK ha rivelato che il progetto era letteralmente scomparso dopo le puntualizzazioni delle società interessate, con gli account dei social media ATMA cancellati. Al momento, non si ha più traccia neanche del sito che era stato congegnato all’uopo.

Ovviamente, non appena CertiK ha chiarito quanto stava accadendo è iniziata la lunga scia delle recriminazioni. Quelle, naturalmente, di chi si era fidato e aveva deciso di investire i propri soldi sul nuovo protocollo. Su X, in particolare, sono stati molti gli interventi di coloro che avevano realmente creduto alle potenzialità del nuovo token ERC-20 ATMA.

Purtroppo i rug pull sono ormai una consuetudine nel settore dell’innovazione finanziaria. Per tali si intendono quelle truffe architettate da improvvisati team di sviluppatori che dopo aver raccolto fondi vendendo un token al pubblico, scompaiono all’improvviso dalla circolazione con il bottino. Lasciando naturalmente il cerino acceso in mano agli ingenui trader, che vedranno il prezzo del token crollare a zero una volta che i contorni della truffa saranno noti.

I precedenti di quest’anno

Mal comune, mezzo gaudio? A volte i proverbi possono rivelarsi anche consolatori, ma non è questo il caso. Se è vero che i rug pull continuano a mietere vittime tra gli investitori più ingenui e incauti, è complicato pensare che la condivisione di questi incidenti possa portare sollievo a qualcuno.

Nel corso dell’anno appena iniziato, in effetti, già si sono verificate truffe di ampia portata. Tra i maggiori colpi di scena che hanno caratterizzato il primo segmento del 2024 occorre sicuramente menzionare il progetto Bitcoin OrdiZK e la piattaforma per il gioco d’azzardo RiskOnBlast.

In entrambi i casi il nuovo protocollo è stato ampiamente pubblicizzato, raccogliendo grande interesse sul mercato. A testimoniarlo è in particolare il fatto che entrambi avevano raccolto oltre un milione di dollari da parte di chi aveva creduto in loro. Una fiducia mal riposta, alla luce della loro scomparsa dai radar dopo la raccolta dei fondi.