Conti correnti: c’è una divergenza intercorrente nell’applicazione dei tassi di interesse tra Nord e Sud Italia.

Secondo i dati della Federazione Autonoma Bancaria Italiana (Fabi) c’è una disparità sui tassi di interesse applicati ai conti correnti tra Settentrione e Meridione italiano. Lo scorso anno il saldo globale è sceso di oltre 40milardi di euro: la Lombardia è in possesso della maggiore liquidità, mentre il Sud Italia è più penalizzato sul fronte dei tassi di rendimento.

Conti correnti, c’è una divergenza nell’applicazione dei tassi di interesse tra Nord e Sud

Secondo i dati Fapi il saldo globale sui conti correnti degli italiani è pari a 1.150 miliardi di euro, ma si è registrato un calo di quasi 4 punti percentuali dall’anno 2023 al 2022, con una riduzione di oltre 40 miliardi di euro. Il report della Federazione Autonoma Bancaria Italiana ha messo in evidenza la disparità territoriale dei rendimenti ottenuti dai correntisti nelle Regioni del Settentrione e del Meridione italiano.

Conti correnti: le regioni più ricche in Italia

La Lombardia è la regione italiana più ricca: i correntisti lombardi detengono il record italiano di liquidità depositata nei conti correnti per un totale di oltre 230 miliardi di euro, pari a 20 punti percentuali del totale nazionale. Secondo posto in classifica per il Lazio dove i correntisti detengono quasi 121 miliardi di euro, terzo posto in classifica per i correntisti veneti che detengono oltre 105 miliardi di euro.

Seguono i correntisti emiliani che detengono quasi 98 miliardi di euro, i risparmiatori piemontesi che detengono oltre 90 miliardi di euro, i correntisti campani che detengono quasi 88 miliardi di euro, i risparmiatori toscani che detengono quasi 73 miliardi di euro, i correntisti pugliesi che detengono oltre 60 miliardi di euro, seguono i risparmiatori siciliani che detengono oltre 58 miliardi di euro, i correntisti liguri che detengono oltre 32 miliardi di euro, i risparmiatori marchigiani che detengono oltre 30 miliardi di euro, i correntisti del Trentino che detengono oltre quasi 29 miliardi di euro, i risparmiatori friulani che hanno una liquidità di oltre 26 miliardi di euro, i correntisti calabresi che detengono oltre i 25,6 miliardi di euro.

Scendendo nella classifica del saldo dei correnti, troviamo i correntisti abruzzesi che detengono oltre 23 miliardi di euro, i risparmiatori sardi che detengono quasi 23 miliardi di euro, seguono i correntisti umbri con oltre 14 miliardi di euro, i risparmiatori della Basilicata che detengono quasi 11 miliardi di euro, i correntisti molisani che detengono oltre sei miliardi di euro ed i risparmiatori valdostani che detengono 2,7 miliardi di euro.

Conti correnti: il Meridione italiano è più penalizzato

Le regioni meridionali vantano tutte insieme il 25 percento della liquidità dell’Italia, ma non c’è alcuna parità di trattamento per tutti i correntisti. Il tasso di interesse medio a livello italiano è pari a 0,21 punti percentuali per i conti correnti fino a 50mila euro. A livello regionale, si registrano delle differenze di rendimento. Se si ipotizza un saldo pari a 5mila euro sul conto corrente, si possono guadagnare oltre 18 euro l’anno a Bolzano e a Trento, 15 euro nel capoluogo toscano, 13 euro nella Capitale, undici euro a Perugia e nel capoluogo lombardo.

La stessa somma frutta sette euro a Genova, Catanzaro, Aosta e a Potenza. A Napoli il guadagno atteso è pari a 6,5 euro e i correntisti più fortunati sono quelli torinesi, che possono ottenere un guadagno pari a oltre 8 euro. Le banche di Cagliari e di Ancona possono assicurano un rendimento di dieci euro, mentre quelle bolognesi, palermitane e di Campobasso assicurano un rendimento pari a 9,5 euro. Le banche veneziane e di Pescara assicurano un rendimento di nove euro.

Il rapporto Fapi mette in evidenza che lungo tutta la Penisola italiana ci sono disparità territoriali per i risparmi delle famiglie.