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USDT, la Russia lo utilizzerebbe per aggirare le sanzioni

La Russia starebbe utilizzando USDT, la stablecoin di Tether, per aggirare le sanzioni occidentali. Ad affermarlo è il vicesegretario del Tesoro degli Stati Uniti, all’interno di un rapporto elaborato dal ministero e basato su affermazioni della Central Intelligence Agency (CIA). Un’affermazione la quale non dovrebbe rappresentare un’eccessiva sorpresa, alla luce del fatto che USDT è stata la stablecoin più utilizzata in assoluto per le attività di carattere illegale, nel corso degli ultimi dodici mesi.

USDT, la Russia la utilizza per aggirare le sanzioni

Secondo la CIA, tra gli strumenti utilizzati dalla Russia per finanziare il proprio poderoso apparato militare ed eludere le sanzioni di Stati Uniti e Paesi alleati, ci sarebbero sempre più metodi di pagamento alternativi. Un novero in cui spicca la presenza di USDT, la stablecoin lanciata da Tether e ancorata in rapporto prioritario al dollaro statunitense.

Ad affermarlo è uno studio pubblicato dal Ministero del Tesoro degli Stati Uniti, ripreso dal vicesegretario al Tesoro di fronte alla commissione del Senato per gli affari bancari, abitativi e urbani. Nel corso di una audizione, infatti, ha sostenuto che la Russia sta sfruttando sempre di più gli USDT per eludere le sanzioni economiche. Una constatazione che lo ha poi spinto a sottolineare l’importanza di dare vita ad una struttura esecutiva in grado di porre fine a questo tipo di attività. A renderla tale il fatto che gli asset digitali siano sempre più usati da gruppi terroristici, Stati canaglia e organizzazioni criminali transnazionali.

Il caso di USDT è emblematico in tal senso. Il token, infatti, è stato utilizzato nel corso del 2023 all’interno di transazioni illegali il cui importo è stato pari a 19,3 miliardi di dollari. Un dato che è comunque in calo rispetto ai 24,7 miliardi di dollari dell’anno precedente.

La conferma delle Nazioni Unite

A confermare i dati del Tesoro USA è anche una recente relazione stilata dall’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU). Secondo i tecnici dell’organizzazione, infatti, i riciclatori di denaro e i truffatori del sud-est asiatico starebbero utilizzando sempre più spesso Tether.

Inoltre, un rapporto dell’Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine sottolinea l’allarmante aumento delle truffe informatiche che ne prevedono l’impiego. In particolare in quella nota come “macellazione del maiale”, consistente nella creazione di legami sentimentali fittizi su cui basare il raggiro.

Un trend che sembra complicato spezzare proprio per la mancanza di un quadro di regole condivise a livello globale. La situazione che ne consegue lascia quindi spazi vuoti in cui vanno a infilarsi agevolmente tutti coloro che necessitano di spostare risorse illegali.

Perché USDT viene usato dalle organizzazioni criminali?

Sino a qualche anno fa, la tesi prevalente indicava in Bitcoin e privacy coin gli strumenti privilegiati dall’economia criminale. Una tesi suffragata dal fatto che sia l’uno che le altre fanno della riservatezza un punto di forza e un caposaldo ideologico.

Ora, però, la realtà sembra indicare altri strumenti, a partire proprio dalle stablecoin, USDT in testa. Una lunga serie di rapporti indicano il rapido mutamento della situazione, di cui le agenzie governative devono tenere conto.

Le reti criminali di ogni parte del globo, in effetti, stanno dando vita ad vero e proprio un sistema finanziario concorrente. Per farlo stanno facendo leva proprio sulle caratteristiche di Tether, ovvero la velocità e l’irreversibilità delle transazioni.

Una nuova realtà segnalata del resto dall’ONU, che non ha esitato a lanciare un avvertimento su un ecosistema criminale sovralimentato. Accompagnato da un’esortazione, quella di un quadro normativo in cui inserire le criptovalute e impedire che possano favorire l’economia criminale. Un appello che, però, almeno negli Stati Uniti è caduto sinora nel vuoto, anche a causa della contrarietà di Blockchain Association e aziende operanti nel settore dell’innovazione finanziaria.

Tether, USDT


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Dario Marchetti

Sono laureato in Lettere e Filosofia con una tesi sul confine orientale d'Italia alla fine della Prima Guerra Mondiale. Scrivo per il web dal 2010, sui più svariati settori, tra cui tecnologia, criptovalute, motori ed economia.

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