Dal 19 aprile all’1 giugno 2024 si terranno le elezioni legislative in India, considerate le più importanti degli ultimi decenni. Il primo ministro, Narendra Modi, spera di vincere il suo terzo mandato consecutivo mentre una larga coalizione dell’opposizione sta lottando per recuperare terreno.
Le elezioni in India del 2024
Gli indiani andaranno alle urne nell’arco di sei settimane tra il 19 aprile e l’1 giugno. Circa 970milioni di aventi diritto voteranno per le elezioni in India del 2024. Saranno eletti 543 membri per la camera bassa del Parlamento, Lok Sabha, per un mandato di cinque anni.
Le legislative indiane di quest’anno saranno le più grandi elezioni democratiche nel mondo. Gli elettori costituiscono oltre il 10 per cento della popolazione mondiale. Le elezioni si svolgeranno in sette fasi per motivi logistici e per poter mantere la sicurezza durante le votazioni. Ogni fase si concluderà in un solo giorno. Le diverse circoscrizioni elettorali, distribuite in vari stati, voteranno in un determinato giorno.
Il sistema elettorale dell’India è maggioritario quindi il candidato che riceverà la maggioranza dei voti otterrà la vittoria. Per la maggioranza in parlamento, un partito o una coalizione deve superare la soglia dei 272 seggi. La Lok Sabha sceglie il premier e i ministri del governo.
I risultati saranno annunciati il 4 giugno.
L’alleanza di governo
Il primo ministro uscente e leader del partito Bharatiya Janata (BTP), Naredra Modi, è un nazionalista indù. Modi è alla guida del Paese dal 2014 e spera di ottenere il terzo mandato consecutivo. Sotto la leadership di Modi, l’India ha sperimentato un notevole sviluppo economico, con il primo ministro che si era presentato come un outsider impegnato nella lotta alla corruzione. Nel corso del suo mandato, ha integrato la religione nella sfera politica, riscuotendo ampio consenso soprattutto tra la maggioranza indù del paese.
Nonostante il complessivo sviluppo economico e il riconoscimento globale come potenza emergente, il governo di Modi è stato segnato da crescenti tassi di disoccupazione e da tensioni provocate dagli attacchi contro le minoranze, in particolare verso la comunità musulmana. Recentemente, il governo ha introdotto programmi di welfare, come la distribuzione gratuita di grano ai bisognosi e uno stipendio mensile per le donne provenienti da famiglie a basso reddito. Il programma del BTP, però, non sembra essere sufficiente per risolvere la questione disoccupazione.
Negli ultimi dieci anni, si è osservato anche un progressivo restringimento dello spazio per il dissenso e una limitazione della libertà dei media. Il partito di Modi e i suoi alleati puntano a ottenere più di 400 seggi nel parlamento, il che consentirebbe loro di avere voti sufficienti per apportare modifiche alla costituzione indiana.
La coalizione INDIA
Molti osservatori internazionali classificano l’India come un “regime ibrido”, ovvero non è né una piena democrazia né una piena autocrazia. Le elezioni, infatti, vengono interpretate come un test dei valori democratici del Paese.
Il principale avversario del partito Bharatiya Janata e di Modi è Rahul Gandhi dell’Indian National Congress. Nel tentativo di sconfiggere Modi, diversi partiti minori si sono uniti in una coalizione chiamata INDIA, l’Alleanza inclusiva per lo sviluppo nazionale indiano.
L’opposizione si trova sotto pressione a causa di quella che viene vista come una campagna del BJP per indebolire gli oppositori di Modi. Molti membri di spicco dell’opposizione, inclusi il primo ministro di Delhi, Arvind Kejriwal, sono stati arrestati o sono oggetto di indagini da parte delle agenzie statali. Recenti sondaggi indicano il partito di Modi in vantaggio sugli altri. Tuttavia, i partiti minori dell’opposizione possono essere influenti a livello locale come Aam Aadmi Party di Kejriwal.