Sette vite spezzate all’improvviso, tre feriti ancora gravissimi in ospedale. Dopo quattro giorni di ricerche dei dispersi e di speranze che, con il trascorrere delle ore, diventavano sempre più flebili, ora restano da chiarire le cause della tragedia di Suviana.
Tra il dolore e lo sgomento si è passati alla “fase due”. Grazie all’utilizzo di potenti pompe idrovore, nelle prossime ore la centrale idroelettrica Enel di Bargi verrà completamente svuotata dall’acqua, arrivata fino al piano -7. Da questo livello in poi, infatti, la struttura è stata posta sotto sequestro dalla Procura di Bologna.
Tragedia di Suviana, si indaga sulle cause dell’incidente: proseguono le operazioni di svuotamento dei locali
Oggi, 13 aprile 2024, c’è stato un sopralluogo esterno dei tecnici alla centrale di Suviana, con l’obiettivo di individuare altri possibili pericoli dopo l’esplosione e il conseguente allagamento dei piani -8 e -9.
Tutte le persone estranee alle operazioni sono state allontanate per motivi di sicurezza. Nel frattempo proseguono le operazioni di svuotamento dei locali.
Enel Green Power ha fatto arrivare alcune pompe di grande portata da altre centrali della Toscana, in modo da accelerare le operazioni e consentire l’ispezione totale dell’impianto, alla ricerca delle cause del disastro.
Secondo quanto emerso, un primo gruppo di macchinari per produrre la corrente era stato collaudato e messo in funzione. Mentre quel giorno il secondo gruppo era sotto analisi dagli addetti, tra cui le sette vittime.
Consegnata la scatola nera
La Procura di Bologna ha aperto un’inchiesta per disastro colposo e omicidio colposo, dedicando particolare attenzione al tema dei subappalti. L’esplosione- a cui è seguito un crollo, un incendio e l’allagamento dei piani -8 e -9- ha infatti aperto uno scenario inedito su incidenti di questo tipo.
Le indagini dovranno inoltre chiarire il ruolo dei lavoratori coinvolti nella tragedia, stabilire compiti e responsabilità, sentendo anche le testimonianze dei superstiti.
Secondo una prima ricostruzione, l’esplosione sarebbe partita dall’alternatore collocato al piano -8 e ha poi interessato poi la turbina al piano -9. Un’ipotesi è che ci sia stato un guasto proprio all’alternatore. Al momento, però, è difficile stabilire cosa sia davvero avvenuto.
Risposte potrebbero arrivare dall’analisi del sistema Scada (Supervisory control and data acquisition). Si tratta di una specie di ‘scatola nera’ della centrale elettrica. Enel l’ha consegnata già giovedì alla Procura. I periti che dovranno procedere con le analisi verranno nominati nelle prossime ore.