Aumento delle pensioni nel 2024: nel DEF sono state fornite previsioni per i prossimi mesi. Il Consiglio dei Ministri ha approvato il Documento di Economia e Finanza, nel quale emergono i primi dettagli sugli aumenti delle pensioni previsti per il 2025.

Si torna così a parlare dell’adeguamento degli assegni previdenziali al costo della vita per contrastare l’inflazione. Tra poco più di 7 mesi, le pensioni saranno incrementate in base all’indice ISTAT e non si esclude la possibilità di qualche conguaglio. Vediamo insieme chi avrà di più e chi di meno come aumento delle pensioni per il prossimo anno.

Aumento pensioni 2024

Nel Documento di Economia e Finanza convalidato dal Consiglio dei ministri, per il 2024 il Pil è stato attestato al +1%, in ribasso rispetto all’1,2% previsto nella Nadef.

Un elemento che non preoccupa, considerando che le previsioni sono state confermate dalla Banca d’Italia. Il rapporto debito/PIL dovrebbe attestarsi al 137,8%, dovrebbe risultare leggermente più alto nel 2025 al 138,9% per poi aumentare al 139,8% nel 2026.

D’altra parte, il DEF approvato dal Consiglio dei ministri contiene solo i saldi tendenziali e non programmatici, questo non permette di stilare dei prognostici sulla prossima Manovra finanziaria.

Sicuramente, saranno mantenuti gli incentivi in busta paga per i lavoratori, al fine di contrastare l’inflazione; pertanto si prevede la conferma dello sgravio contributivo con un sovvenzionamento di circa 10 miliardi di euro.

Inutile dirlo che ogni riferimento sulla riforma delle pensioni sembra casualmente messo da parte. Del resto, come riportato da money.it, per allentare il peso dei rischi economici si auspica che la BCE molli la presa sui tassi di interesse, concedendo un maggior margine di azione nella prossima Manovra finanziaria.

Ritornando all’aumento delle pensioni per l’effetto della rivalutazione ISTAT, l’elemento da considerare per il 2024 riguarda l’inflazione rilevata all’1,6%, dovrebbe risultare leggermente più alta all’1,9% per il 2025 e 2026.

Chi avrà di più e chi di meno per le pensioni nel 2025

Nel 2024, è stato stimato un tasso di inflazione dell’1,6%, notevolmente inferiore alle previsioni precedenti del 5,4% e persino all’8,1% del 2023. Sicuramente è una notizia di grande interesse, anche se, tutto sommato, non comporta un significativo aumento delle prestazioni soggette ad adeguamenti annuali, come ad esempio pensioni, invalidità civile e assegno unico e universale per i figli.

Se questa stima dell’1,6% venisse confermata, le pensioni potrebbero aumentare di circa 16 euro lordi per coloro che percepiscono una rendita mensile da 1.000 euro, mentre l’incremento salirebbe a 24 euro per le pensioni pari a 1.500 euro. Chi percepisce una pensione di 2.000 euro avrebbe diritto a un aumento di 32 euro.

Tuttavia, queste previsioni di aumenti potrebbero essere smentite dal fatto che il governo italiano per il biennio 2023 – 2024 non ha confermato la rivalutazione parziale delle pensioni. In sostanza, per rientrare nei conti pubblici è stata rallentata la rivalutazione parziale delle pensioni.

Se l’andamento dell’inflazione venisse confermato, le pensioni dovrebbero essere rivalutate, anche considerando che la Corte Costituzionale potrebbe esprimersi in modo sfavorevole sui tagli alla rivalutazione promossi dal governo italiano.

Le previsioni portano all’entrata in vigore di questo sistema così distribuito:

  • fino a 4 volte il trattamento minimo (2.394,44 euro) per una rivalutazione del 100%;
  • tra 4 e 5 volte il trattamento minimo (2.993,05 euro), per una rivalutazione del 90%;
  • oltre 5 volte il trattamento minimo, la rivalutazione verrebbe ridotta al 75%.

Secondo questo sistema, che non corrisponde a quanto previsto dal governo Meloni, verrebbe applicata una rivalutazione ridotta per la quota eccedente ogni scaglione. Per esempio, per una pensione di 3.000 euro, verrebbe riconosciuto un aumento di circa 47 euro. Tuttavia, al momento, si tratta di previsioni che potrebbero non essere confermate anche in presenza di dati ufficiali sull’inflazione.