Superbonus, in arrivo lo spalma crediti e spalma detrazione in 10 anni anche nel 2024: si tratta di un’operazione che, a conti fatti, potrebbe convenire a tutti, ovvero ai committenti e operatori ma anche al governo che potrebbe diluire in più anni una maxi rata del più vantaggioso dei bonus.
La possibilità di utilizzare crediti e detrazioni fiscali nelle dichiarazioni dei redditi non è una novità assoluta nel quadro dei bonus edilizi. Anche nel 2023, per le spese del 2022 del superbonus, furono adottate le due modalità di allungamento dei tempi di utilizzo dei bonus, come previsto dal decreto “Aiuti quater” per le cessioni e gli sconti in fattura, e dal decreto legge 11 del 2023 per la detrazione fiscale in dieci dichiarazioni dei redditi, anziché in quattro.
Superbonus spalma crediti, quanto conviene?
Anche nel 2024 si prospetta l’arrivo dell’ulteriore opzione di utilizzo delle agevolazioni del superbonus per un periodo di tempo di almeno 10 anni, sia per quanto concerne la cessione dei crediti e lo sconto in fattura che la detrazione fiscale. La novità potrebbe arrivare dalla legge di conversione del decreto 39 del 2024, ad oggi in Senato per l’iter legislativo.
Sull’allungamento del periodo di detrazione fiscale e di sconto in fattura il governo ha aperto alla presentazione di emendamenti. Lo spalma crediti e lo spalma detrazione, due opzioni che potrebbero arrivare dunque nello stesso provvedimento legislativo, hanno vantaggi per tutti, sia per gli operatori che per le casse dello Stato.
Superbonus spalma crediti e detrazioni fiscali: perché conviene ai conti pubblici
Per i conti pubblici si potrebbe arrivare a spalmare una maxi rata del superbonus di 21 miliardi di euro. Tale cifra deriva dall’ultimo aggiornamento effettuato dall’Agenzia delle entrate all’inizio di aprile che quantifica le spese del superbonus del 2023 in 84,7 miliardi di euro, per oltre 21 miliardi di euro dunque per ciascuno dei quattro anni di detrazione fiscale.
Diluendo su un periodo di almeno dieci anni le spese riferite al 2023 del superbonus si arriva a una cifra di circa 8,5 miliardi di euro che peserebbero sul deficit annuale dei conti pubblici, rendendo più sostenibile il bilancio da sottoporre a Bruxelles.
Bonus edilizi, il conto di cessione crediti e sconti inf fattura
In realtà, la cifra totale e annuale potrebbe essere leggermente più alta. Nello scorso anno, infatti, il decreto prevedeva – oltre alla diluizione in dieci anni di crediti e detrazioni fiscali – anche la possibilità di remissione in bonis e, dunque, di cessione del credito prorogata fino al 30 novembre 2023. L’entità di queste cessioni potrebbe portare il conto a una cifra più elevata.
Bonus edilizi più vantaggiosi per chi ha poca capienza fiscale
In ogni modo, lo spalma crediti e lo spalma detrazioni fiscali del superbonus sono due opzioni attese dagli operatori per non perdere quote di bonus soprattutto in relazione alle ultime chiusura dettate dagli interventi normativi.
Con lo spalma crediti si consentirà ai contribuenti di diluire le spese del 2023 in quote decennali così come la detrazione fiscale potrà essere effettuata in dieci dichiarazioni. La convenienza è quella di non perdere quote di bonus per effetto della mancata capienza fiscale dei redditi prodotti da chi abbia fatto lavori di efficientamento energetico o di ristrutturazione con il superbonus.
Bonus edilizi, così la dichiarazione dei redditi del 2024
La detrazione fiscale allungata a dieci anni, qualora introdotta e confermata anche nei prossimi anni, potrebbe allungare la validità del superbonus anche nel 2025 dal momento che gli attuali requisiti reddituali espongono i committenti a percorsi articolati per rientrare tra i beneficiari della misura.
Nella dichiarazione dei redditi del 2024 sarà inclusa la prima delle dieci rate della precedente detrazione fiscale allungata: la scelta è avvenuta nel 2023 sulle spese del 2022, con un anno di sospensione nei modelli dichiarativi per consentire a chi volesse ancora sfruttare la detrazione in quattro anni di iniziare dalla dichiarazione del 2023.