Quale pensione si può ottenere se si hanno 13 anni di contributi versati? Il quesito riguarda i contribuenti con pochi anni di versamenti che si chiedono se abbiano diritto, considerando la normativa sulla previdenza del 2024, a qualche formula di pensionamento oppure, non avendo maturato la soglia minima di contribuzione fissata a 20 anni per varie misure, tra le quali la pensione di vecchiaia, assisteranno alle perdita totale di quei brevi periodi di contribuzione maturati.
Inoltre, alcuni contribuenti – ad esempio, marito e moglie – potrebbero pensare di unire le proprie carriere lavorative e contributive al fine di ottenere un’unica contribuzione e una sola pensione. Si può fare un passaggio di questo tipo?
Pensione con 13 anni contributi, il primo passaggio è la verifica del sistema previdenziale
Quale pensione si può sperare di ottenere avendo maturato una contribuzione previdenziale di 13 anni? Il quesito riguarda chi non raggiunge i 20 anni di contributi versati richiesti da buona parte dei canali di pensionamento, tra i quali la pensione di vecchiaia, sia del sistema misto e retributivo, che per i lavoratori del sistema contributivo puro, riservato a chi non ha contribuzione prima del 1° gennaio 1996.
I 20 anni di contributi previdenziali occorrono anche ai lavoratori del sistema contributivo puro per la pensione anticipata a 64 anni di età, purché l’assegno futuro sia del triplo più alto della pensione sociale. Ma, in tutti i casi, c’è bisogno di due decenni di contributi versati.
Pensione 13 anni contributi, due opzioni per la vecchiaia
Per chi, dunque, ha meno di 20 anni di contributi versati – nel caso in esame, 13 anni – c’è una doppia possibilità di uscita per la pensione a seconda del periodo in cui sono collocati i versamenti.
Se, infatti, i versamenti sono stati effettuati interamente dopo il 31 dicembre 1995 – e dunque, si tratta di un lavoratore del sistema contributivo puro – si può chiedere la pensione di vecchiaia non a 67 anni, ma bisogna attendere i 71 anni di età.
Pensioni a 71 anni con 5 anni di contributi: chi e quando si può?
Per questa formula di pensionamento sono sufficienti 5 anni di contribuzione. Ai fini del calcolo dei contributi si fa riferimento ai soli versamenti effettivamente fatti e, dunque, ai contributi computati tra obbligatori, volontari e da riscatto. Sono esclusi i contributi figurativi ottenuti a qualsiasi titolo.
Aumento requisiti di uscita dal 1° gennaio 2027
Tuttavia, è necessario prestare attenzione al requisito anagrafico. Infatti, l’Istituto di previdenza, nella circolare 46 del 2024, mette in guardia circa l’età e i 20 anni di contribuzione utili per la pensione di vecchiaia e per l’anticipata contributiva e l’adeguamento al rialzo della speranza di vita calcolata dall’Istat a partire dal 1° gennaio 2027. Allo stesso modo, anche il requisito anagrafico dei 71 anni di età potrebbe subire dei rialzi a partire dal 2027 per effetto dell’aspettativa di vita che, nel frattempo, verrà calcolata dall’Istat.
Pensioni di vecchiaia per soggetti con contribuzione entro il 1995
Per i lavoratori che, invece, abbiano della contribuzione versata entro il 31 dicembre 1995, avere un numero di anni di contributi inferiore a 20 anni comporta il raggiungimento comunque di questa soglia per andare in pensione di vecchiaia a 67 anni.
A tal proposito si può procedere, in vista del perfezionamento del requisito contributivo, al riscatto oneroso di eventuali periodi che ne siano privi, ad esempio per versamenti omessi, il riscatto del titolo di laurea per i 4 o 5 anni della durata del corso universitario o, infine, procedere con il versamento dei contributi volontari.
Anche per i lavoratori del sistema misto o retributivo, il requisito anagrafico dei 67 anni di età è soggetto alle variazioni della speranza di vita a partire dal 1° gennaio 2027. Infine, non è possibile unire i contributi di due soggetti differenti per arrivare a una sola pensione.